giovedì 25 maggio 2023

Aspettando gli Edules.

Buongiorno! 
 
Ieri approfittando dell'intervallo tra un temporale e l'altro abbiamo fatto l'ultima uscita a Prugnoli.
Ormai la stagione è un pezzo avanti e alle altitudini che bazzichiamo noi si trovano molti più funghi sciupati dalla stagione o dagli animali di quelli fruibili.
E non vale più la pena.
Tra l'altro in tutta la mattinata non abbiamo incontrato anima viva, il che vuol dire che anche la concorrenza pensa a disbrigare gli impegni correnti in attesa di impiegare le forze per i nuovi auspicabili arrivi (tra una decina di giorni?).
 
Le foto scattate:
 
 
 
Calocybe gambosa



















Parecchio bagnati e rovinati per giunta dalla bestiaccia razzolatrice.






Mutinus caninus


Affogati nelle foglie di acero montano.





Arrivederci il prossimo anno.


Ed ora, in attesa di tempi migliori, 

 

un cordiale saluto a tutti!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Angiolo complimenti, ma qui su Firenze e dintorni si susseguono bombe d'acqua e grandine a ripetizione. Poi una stranezza. Ieri ho fatto un giretto anche alle prugnolaie al basso per il saluto di congedo e con mio stupore ho trovato diverse nuove nascite e qualche pezzo sanissimo molto molto grosso.
Se arriva un po' di caldo parte davvero la stagione, anno scorso il 25 maggio era già vendemmia ma nei giorni precedenti, dopo le piogge, aveva fatto più di 30 gradi. Quest'anno per ora bisogna attendere. Tanti cari saluti a tutti.
Cordialmente
Gigino

Angiolo ha detto...

Buongiorno Gigino!

Beh, i funghi sono sempre "strani" (in realtà lo siamo forse molto di più noi).
Quanto ai Prugnoli, non so che esperienza ne abbia tu.
Da quel che vedo notevole.
Ma forse dipende da quanto è che li cerchi.
Perché negli '70 e immediatamente successivi. era normale che facessero due o tre buttate.
Addirittura ci fu un anno che in Consuma a fine giugno e anche luglio trovavamo, allora facevo parte di una "squadra" e non mi ero ancora trasmutato in solitario, nel paleo sotto Ponticelli, delle buttate immense con carpofori che sembravano Porcini.
Perfetti, tozzi, potenti.
Poi li tagliavi ed erano segatura!
All'epoca non ci facevo troppo caso e non so se fosse opera dei collemboli o delle larve di qualche altro insetto, sicuramente la stagione era troppo avanti.
Poi da una quindicina di anni a questa parte la situazione è andata "normalizzandosi", e tranne qualche ritrovamento di ributti pressoché solitari o comunque poco numerosi, dopo che ce li hai presi non è facile che te ne diano di nuovo parecchi.
Tutto passa e tutto cambia.
Sicuramente dipenderà dall'andamento delle stagioni o dall'eccessiva presenza di bipedi e quadrupedi.
In ogni caso dovrò farmene una ragione.

Un cordiale saluto.

Angiolo

MarcoG ha detto...

Beh, si, porcini e prugnoli possono finire nello stesso cesto. Succede di rado ma succede. Le prugnolaie nelle annate particolarmente fresche ributtano. Mi dicono che a bassa quota inizia a muovere qualche galletto, ma come segnale è da prendere con le molle, perchè è un fungo che ama particolarmente la frescura.

Un caro saluto agli amici toscani dal versante alluvionato. Per fortuna al sottoscritto è andata bene, ma davvero ci sono persone che se la passano molto male. Non avevo mai visto tanti disastri messi insieme.


--
Marco

Angiolo ha detto...

Ciao MarcoG!

Un tempo era frequentissimo.
Soprattutto con i Rossi.
Ai miei tempi, ormai sono l'anzianotto che racconta le favole ai ragazzini in piazza, la stagione tirava molto più tardi e i Prugnoli ributtavano, sempre, talvolta anche di brutto.
Adesso è cambiato tutto.

Quanto all'alluvione della Romagna e dintorni è stata una cosa incredibile.
Bruttissima.
Anche perché, al di là delle chiacchiere, pure là nessuno ha fatto nulla per prevenire il dissesto idrogeologico.
Siamo in Italia.
Per il resto io sono uno che il lontano 4 novembre 1966 alle ore 10 di mattina spingeva in salita la 500 che, more solito, si rifiutava di entrare in moto, su per Via Mazzetta a Firenze, con l'acqua che gli correva tra gli stivali di gomma già alta fin quasi a metà gamba, con una forza inaudita perché veniva giù in discesa da Piazza Pitti.
Mentre con l'occhio, la mia ex di allora stava in Via Maffia, laggiù in fondo, in Via Santo Spirito, vedeva scorrere come in un incubo una valanga di caffellatte scurissimo, tumultuoso, fragoroso, inframezzato da mobili e automobili, il tutto sballottato come se un gigante incattivito avesse deciso di rovesciare completamente la scena, come si fa con le giacchette.
Quindi comprendo e partecipo, perché so di cosa si parla.
Auguri infiniti a tutti sperando in un pronto ripristino della normalità, anche se mi rendo conto che non sarà una scherzo.
Un cordiale saluto a tutti quanti!

Angiolo

paolo cozzi ha detto...

Buongiorno Angiolo io quest'anno di prugnoli nemmeno l'ombra, cosa abbastanza normale visto che conosco solo un paio di prugnolaie e che è una cerca che faccio da 2/3 anni, in compenso sto trovando diversi galletti. So che per te i galletti non sono funghi da paniere ma diciamo che per i primi allenamenti a me vanno bene lo stesso. Il bosco trasuda di acqua e comincia a fare caldo spero proprio che a fine della prossima settimana i primi estatini possano farsi vedere. Per quanto rigurda l'alluvione di Firenze io l'ho vissuta minuto per minuto dal primo istante: ero con mio babbo in macchina sul lungarno alle 10 di mattina di domenica e riuscimmo a scappare con l'acqua al culo prendendo via dei Fossi in contro senso. La mattina del lunedì, dopo aver attraversato tutto il centro a piedi, arrivammo all'inizio di via G.P.Orsini dove abitavano i miei nonni e dove l'Arno aveva lasciato una sorta di lago; dopo vari pensamenti e ripensamenti dei miei genitori con un canottino da mare trovato sul posto arrivai sopra casa dei miei nonni per vedere come stavano: entrai da una finestra del primo piano,erano vivi perchè il cane li aveva svegliati e con l'acqua alla vita erano riusciti a salire al primo piano; avevo 16 anni. Quel giorno e quello successivo ho passato ore a distribuire latte e acqua minerale portata dai pompieri alle persone affacciate alle finestre in via G.P. Orsini e dintorni e mesi a spalare mota e pulire la casa e il negozio di mio nonno. In quella occasione ho conosciuto il peggio ed il meglio dell'essere umano.

Un saluto vecchio leone hai ancora da ruggire !!!

Paolo

Angiolo ha detto...

Ciao Paolo!

Chi non l'ha vissuta non può capire.
Io il discorso non l'avevo finito perché sarebbe stata troppo lungo tutto in una botta.
Messa in salvo la macchina nel cortile sopraelevato della scuola di Via Maffia, il pomeriggio avendo cominciato a defluire le acque, andai con mio cugino a portare pane, vettovaglie e qualche bottiglia di acqua a mia sorella che stava in un grande appartamento di Via Ghibellina il cui cortile si affaccia direttamente sul foyer del Teatro Verdi.
Il punto dove l'acqua raggiunse la maggiore altezza, qualcosa più di 6 metri.
Era arrivata a sfiorare la volta dell'androne che era/è altissimo.
Passammo dal Piazzale e si scese dai bastioni, sembrava di essere nel delta del Mekong.
Prima il "panorama" e poi camminare nel fango con i gambali di caucciù, allora la plastica non esisteva.
E ad ogni passo che facevi il fango ti tirava via lo stivale, non c'era verso di liberarsi.
Me li sarò rimessi trecento volte imbrattandomi tutto.
E poi i giorni successivi, a camminare nel buio la sera al ritorno dal lavoro, dalle Cure a Via della Chiesa.
Un'ora e mezza ad andare e un'ora e mezza a tornare, rigorosamente a piedi.
Tutto buio, fango, sempre fango in terra, finché si è seccato ed è diventato polvere, niente luce per un paio di settimane, sembrava di essere in un racconto di fantascienza o di stregoneria con le fiammelle delle steariche dei negozi che cercavano alla meno peggio di recuperare qualcosa nel tentativo di tornare alla normalità.
E la cosa peggiore l'assoluta mancanza di notizie.
C'è che ancora chi sostiene che l'effettivo numero dei morti rimarrà per sempre un segreto e che quello che ci hanno raccontato è una favola per tenere tutti tranquilli.
Certo che se ripenso alla mostruosa ondata di fango e acqua che vidi avventarsi quella mattina giù per Via Santo Spirito trascinando via come fuscelli auto, mobili, suppellettili e forse qualche cristiano mi si rizzano ancora quei pochi capelli che ho in testa.

Un cordiale saluto

Angiolo

Anonimo ha detto...

Buonasera Angiolo, ti ringrazio per la risposta sui prugnoli. Personalmente sono pochi anni chi mi sono dedicato a questa ricerca, perché prima della pensione il tempo per andare nei boschi era limitato al weekend e spesso, dopo aver letto, sentito e visto icto oculi i ritrovamenti mirabolanti degli amici nei giorni feriali era un classico tornare a casa durante il weekend con il cesto svolazzante. Ora potersi dedicare alle proprie passioni e potersi organizzare le giornate è divertimento allo stato puro. Grazie ai tuoi suggerimenti negli ultimi anni a fine buttata quando i prugnoli sono belli grossi ed è più facili avvistarli ho trovato delle prugnolaie sia nel Chianti che più in alto verso il Casentino. Di solito gli altri anni verso i primi di maggio i prugnoli finivano al basso e facevano capolino in montagna. Quest'anno ho scoperto la prima buttata al basso l'8 di aprile e con mio stupore tutte le settimane successive pareva di andare nell'orto. Come detto nel precedente post la meraviglia per me che sono quasi un neofita di questo fungo è stata l'ultima visita in Chianti di questa settimana con prugnoli bellissimi che sembrava quasi di essere tornati ad aprile. Stranezze del clima. Comunque almeno per me è una bella emozione ogni volta che gli intravedo e poi ne seguo i cerchi che disegnano nel terreno e mi immergo nel particolare profumo che emanano e che ti porti dietro fino a casa. Ora si sarebbe pronti per gli edulis e i cantharellus. Buon divertimento a tutti e tanti cari saluti.
Cordialmente
Gigino

MarcoG ha detto...

Buonasera a tutti, il cambio di stagione si fa attendere.. Un amica che ha la casa a due passi dal castagneto di proprietà mi riferisce che i galletti sono fermi e restano piccoli. Alzandosi nemmeno tanto di quota ancora il nulla di nulla, è deserto micologico. A rigor di logica in basso se gli estivi non muovono entro pochi giorni significa che hanno saltato il giro e sarebbe un brutto segnale anche per il faggio nei giorni a venire. Il troppo stroppia, ma come sempre spero di sbagliarmi, ci mancherebbe.

Un saluto

--
Marco