lunedì 29 settembre 2014

Maremma....

Buona sera a tutti!

Questa mattina siamo usciti in caccia.
Il sottoscritto, la moglie extremiorientale e il botolo recalcitrante.
Destinazione le colline oltre Monticiano.
Macchine in qua e in là qualcuna ma comunque pochissime.
Dove ci siamo fermati noi non c'era nessuno, ma appena entrati e trovato il primo Bronzino, nel momento in cui lo annunciavo mi sono trovato tra i piedi un tizio che era arrivato in the meantime.
Gli ho fatto i miei complimenti e lui, dopo avermi chiesto se il fungo che avevo trovato era bello e io risposto di sì anche se non era vero, ha detto che tanto andava più in là e si è tolto dai piedi.
Non c'era praticamente nessuno nel raggio di venti chilometri e quello viene ad attaccarmisi alle natiche!
Ma forse sono io che sto diventando insofferente.
Comunque abbiamo proseguito nel giro e in alcune poggiate abbiamo trovato qualcosa.
Ma nella maggior parte dei posti che abbiamo ispezionato (tutti extra) non c'era niente.
Solo foglie secche e neanche funghi di altre specie.
In generale direi che quelli che c'erano erano quasi tutti Porcini, considerato anche che questi li portano via mentre gli altri rimangono sul terreno.
Comunque non ci possiamo lamentare perché abbiamo fatto il paniere quasi pieno.
Bellissimo per contrasto di colori, tra gli Aereus neri, il beige degli Estatini (pochi) e gli Ovoli, stupendi col loro colore aranciato.
Proprio non male anche se devo dire che, con la totale mancanza di concorrenza e la conoscenza dei luoghi che ho, con un po' di fortuna e di nascita ci sarebbe voluta la prolunga.
E invece è stata una ricerca estenuante in mezzo al nulla.
Qualche fungo, molti piuttosto sciupati dalla lumaca tranne in una poggiata dove ne abbiamo trovati una mezza dozzina belli sani, e comunque sul piccolo.
Qualcuno anche veniente ma tutti destinati a non raggiungere dimensioni ragguardevoli.
Il terreno sarebbe bello ma sembra avere qualcosa che non va.
Si cammina per delle centinaia di metri senza vedere alcunché, neanche altri funghi.
Poi magari trovi qualche Porcino (e lì ci sono anche altri funghi, cosa che starebbe ad indicare una situazione ambientale più favorevole) ma dopo non vedi più nulla per un'altra mezz'ora.
E via così.
Secondo me il substrato non si è scaldato abbastanza e temo che ormai non ce la faccia più a raggiungere la temperatura necessaria.
Comunque, visto che a giro non c'è niente di meglio, a metà settimana torneremo a farci una capatina.
Soprattutto per gli Ovoli perché mi sembra che i Porcini siano destinati a continuare in maniera assai stanca.

Ecco le foto di oggi: 


Boletus aereus, lavorato dalla lumaca.

Altri suoi simili.



Boletus aestivalis

Amanita caesarea


Boletus aereus, un po' scontato.

Questi sono sani, stranamente.


Questo no!

Questo era veramente bello.


Leccinum aurantiacum

Ancora Boletus aereus, belloccio.


Di nuovo Leccinum aurantiacum

Boletus aestivalis

Boletus aereus, parecchio rovinato dai gasteropodi.

Indovinate un po' cosa c'è sotto queste foglie?


Coluber viridiflavus (non è un fungo).

Boletus aestivalis piuttosto disastrato.

Ancora Boletus aereus, sbocconcellato.

Pure questo.

Finale con Amanita caesarea



Bellocce.

Ultimo ritrovamento.




Un cordiale saluto a tutta la Compagnia!

giovedì 18 settembre 2014

In alto è dura.

Buongiorno!

Ieri con Tomoko e Camillo abbiamo fatto una scappata alla Secchia dell'Abetone.
Quando siamo arrivati, molto tardi erano quasi le 10, c'era qualche macchina in qua e in là ma niente di particolare.
E nel bosco non abbiamo incontrato anima viva o sentito voci.
E infatti un sacco di funghi di (quasi) tutte le specie tranne i Boletus edulis.
Ne abbiamo trovati una dozzina quasi tutti molto sciupati dalle lumache.
Fortunatamente non erano bacati contrariamente a quanto pensavo.
L'abbiamo potuto constatare questa mattina in fase di taglio per la cottura.
Così abbiamo raccolto un paio di panierate di funghi che consegneremo oggi a Oretta per l'esposizione a Ruralia.
Fortunatamente abbiamo imbroccato in pieno (forse un po' troppo perché erano parecchio avanti con la maturazione) una Cimballaia di Clitocybe maxima che conosco, a circa 1.400 metri di altezza.

Ecco le foto:


Il primo. Bello rovinato, vero?


Il più grosso. Un po' più di 4 etti e ne mancavno più di metà del cappello e tutta la parte inferiore del gambo.
 

2


3

Altri sciupacchiati.



Un bellissimo spettacolo.







Cantharellus amethysteus




Un cordiale saluto a tutti!

venerdì 5 settembre 2014

Per ingannare il tempo.

Buona sera a tutti!

Sollecitato a mettere un Post per facilitare la lettura dei Commenti più recenti, ho pensato bene di riportare le norme di comportamento da osservare quando si conversa online.
Non mie, sia ben chiaro, ma quelle disponibili in rete da lustri sotto il nome di Netiquette, che tutti dovremmo rileggere ogni tanto e soprattutto osservare per rapportarci con gli altri utenti del Web (me le ha mandate Oretta Muzzi perché le pubblicassi, appunto).
Io ne avevo già preso visione tempo addietro spippolando in qua e in là.




Netiquette

"Netiquette", neologismo tutto telematico formato dai termini inglesi Network (Rete) ed etiquette (etichetta, bon ton), significa, più diffusamente, insieme di regole comportamentali di Internet.
Premetto subito che non si tratta di norme appartenenti ad un qualche ordinamento giuridico vincolante. Non per questo l'"internauta" (a maggior ragione se giurista) dovrebbe sentirsi legittimato a non rispettarle.(1)
La Netiquette nasce con la telematica e con le forme di comunicazione che le sono proprie.(2)
Malgrado le apparenze, non costituisce soltanto una forma di "buona educazione" adattata al mezzo, ma trova spesso fondamento nelle peculiarità proprie del mezzo stesso. In sostanza, dietro molte di queste regole si nascondono esigenze tecniche che impongono determinati comportamenti.
In genere, la navigazione stretto senso, vale a dire il semplice accesso a siti Internet, non necessita di queste norme essendo tale attività limitata, nella quasi totalità dei casi, all'informazione, al prelievo unilaterale di dati.(3)
La Netiquette ha, però, particolare rilevanza negli altri strumenti della Rete che consentono di comunicare con altri soggetti: posta elettronica (cui sono assimilabili le mailing list), newsgroup e chat.(4)
Di seguito esporrò le regole più rilevanti di questo "codice di Internet", cercando, contemporaneamente, di fornire una spiegazione a precetti che, apparentemente, possono sembrare senza senso.

1.      Non usare un linguaggio irrispettoso, tanto meno termini turpi.
E' una regola ovvia, ma in Internet, dove non c'e' contatto diretto, si fa ancora più sentita.
Ciò non toglie che in Rete ci si possa tranquillamente dare del "tu" laddove, normalmente, si userebbe la terza persona. Per gli internauti il rispetto è una questione di sostanza, non di forma.
2.      Non fare flame.
Il termine (di origine anglo-telematica) significa fiamma e fare flame corrisponde ad infiammarsi, spingersi nella critica dai toni non consoni ad una discussione civile. A maggior ragione, è considerato flame (nella sua specie peggiore) l'uso di ingiurie.
In ogni àmbito telematico il dibattito deve essere improntato al massimo equilibrio ed al pieno rispetto per gli interlocutori. In questo senso, l'esperienza di Internet potrebbe essere un ottimo esempio per la vita di relazione di tutti i giorni.
3.      Non scrivere tutto in maiuscolo.
Un tempo, molti dattilografi autodidatti amavano scrivere tutto in maiuscolo, forse per evidenziare meglio il proprio pensiero. Malgrado la tecnologia sia ben diversa, la comune tastiera ha determinato il passaggio di questa pratica dalla dattilografia vera e propria alla telematica.
Di fatto, però, il testo maiuscolo nel secondo àmbito è assolutamente sconsigliato: in Internet equivale ad urlare e così viene inteso dagli utenti. Addirittura, molti "puristi" amano scrivere tutto in minuscolo.
4.      Usare le "emoticons".
Come in tutte le forme di comunicazione che non comportano un diretto contatto visivo (o anche soltanto vocale), occorre stare molto attenti a non usare formule e/o parole dal significato ambiguo. E, infatti, se de visu si può sempre verificare la compatibilità tra il senso oggettivo del discorso e le espressioni facciali o la mimica dell'interlocutore, con la corrispondenza elettronica (in tutte e tre le forme viste) ciò non è possibile.
Dobbiamo ringraziare la telematica se, oggi, esiste uno strumento in più per chiarire il senso delle parole scritte (non certo per la corrispondenza formale, ma in Internet è quasi d'obbligo).
Si tratta delle cosiddette "emoticons", altro neologismo figlio della telematica e dell'inglese composto dai termini emotional (emozionale) e icons (icone, in perfetto linguaggio informatico).
Evitando difficili traduzioni (che non potrebbero andare oltre il letterale), le emoticons non sono altro che semplici insiemi di caratteri (due punti, punto e virgola, trattini, parentesi, ecc.) che, nelle diverse combinazioni, disegnano facce stilizzate rappresentati praticamente tutti i possibili stati d'animo del corrispondente via Internet.
Ecco i tre più diffusi esempi, senz'altro più chiarificatori (da leggere ruotandoli idealmente di 90° in senso orario):
:-) gioia
:-( tristezza
;-) ironia, ammiccare (notare l'"occhiolino" che nella mimica umana significa proprio ammiccamento).
Sebbene le si possa ritenere un capriccio un po' snob, le emoticons sono realmente fondamentali. Basti un esempio:
frase senza emoticons - "Ho visitato il tuo sito e non mi è piaciuto per nulla".
frase con emoticons - "Ho visitato il tuo sito e non mi è piaciuto per nulla ;-)".
Soltanto nel secondo caso il nostro interlocutore capirà che si tratta di uno scherzo e che, in realtà, il sito è stato apprezzato.
Ecco perché le emoticons, lungi dal costituire una forma espressiva adolescenziale, rappresentano un cardine della comunicazione telematica. In sostanza: un mezzo per farsi capire meglio e correttamente. In parte, anche un modo per prevenire il flame.
5.      Rispettare il tema della discussione.
Nelle mailing list e nei NG (newsgroup) è d'obbligo la pertinenza. La bacheca virtuale rappresentata da questi mezzi viene spontaneamente divisa in vari settori. Un iscritto lancia un sotto-argomento (rigorosamente indicato nell'oggetto-subject del messaggio) e gli interessati partecipano alla discussione sviluppandola dal primo intervento.
Ovvie ragioni consigliano di non andare fuori tema (off-topic, dall'inglese off, fuori, e topic, argomento)(5), di non mettere la propria posta in un settore dove gli interessati non la troverebbero e dove, peraltro, potrebbe disturbare coloro che parlano d'altro.
6.      Non intervenire subito nella discussione.
Una regola valida per le mailing list quanto per i NG. Nessuno, appena entrato in un salotto che lo ospita per la prima volta, si lancerebbe subito nelle discussioni che si tengono tra chi il salotto lo frequenta da tempo. Uguale regola vale per la telematica. L'utente che, ad esempio, decidesse di iniziare a seguire la discussione su it.diritto, dovrebbe scaricare, per un po' di tempo, tutti i messaggi, comprendere l'oggetto della discussione ed osservare il comportamento di chi è già nel vivo. Soltanto così potrà entrare nel gruppo conformandosi a quelle regole non scritte che gli sono proprie. In gergo, tale condotta si chiama lurking (dall'inglese to lurk, nascondersi, sbirciare) che, italianizzato, diventa "lurkare".
Alcuni gruppi e liste prevedono, peraltro, una sezione "FAQ" (acronimo di Frequently Asked Questions, risposte a domande ricorrenti) che, ad esempio, eviteranno agli ultimi arrivati di sollevare una questione già ampiamente dibattuta e risolta, cosa che potrebbe dare molto fastidio ai veterani.
7.      Non inviare posta non richiesta (pratica chiamata spamming) a maggior ragione se pubblicitaria.
Come a nessuno farebbe piacere trovare, ogni mattina, la propria cassetta delle lettere colma di posta inutile, l'internauta (specie se di vecchia data) non gradisce ingiustificate invasioni di email. Occorre, peraltro, tener presente che Internet è uno strumento di lavoro per molti. Da ciò consegue l'opportunità di non influire indebitamente su queste attività.
Le violazioni di questa regola (purtroppo assai frequenti) sono considerate tra le più gravi.
8.      Non inviare allegati alle proprie email se non previo consenso (anche tacito e generico) del destinatario.
La regola discende dalla massima attenzione che viene riservata al risparmio delle risorse: un'immagine, un file eseguibile o un documento di testo occupano un certo spazio che se dovesse essere moltiplicato per tutte le email circolanti in Rete comprometterebbe la stabilità del sistema telematico. Proprio per questo, tra l'altro, molti provider limitano il flusso disponibile per il servizio email del singolo utente (es. 1 Mb massimo per ogni email). Ad ogni modo, se l'invio fosse proprio indispensabile, è sempre consigliabile l'utilizzo di un formato compresso (es.: zip, jpeg per le immagini).
In particolare, l'invio degli allegati è sconsigliabile nelle mailing list in quanto tale mezzo non consente un invio "mirato", ma colpisce tutti gli iscritti.
Diverso è il discorso dei newsgroup cosiddetti "binari" che si fondano proprio sugli allegati (programmi, immagini, ecc.).
Ma l'invio di allegati è sconsigliabile anche per un motivo ben più importante. I formati file che supportano le macro sono potenziali vettori di, appunto, "macro virus". E' pertanto buona regola non soltanto non inviare, ma neppure aprire allegati di questo genere.(6) La regola vale, a fortiori, per gli allegati eseguibili, tradizionali veicoli di virus.
9.      Non inviare od inoltrare catene di Sant'Antonio.
Purtroppo, anche la posta elettronica soffre di questa pratica (chain letters) che già affligge la posta ordinaria. E' bene non inventare catene, né promuoverle. Non sono per nulla gradite alla maggioranza degli utenti. Le più pericolose, poi, sono quelle che promettono guadagni facili e rapidi.
Esiste una sola eccezione per cui potrebbe valere la pena di contribuire alla diffusione della catena: il caso a sfondo benefico-sociale (es. le sottoscrizioni "morali" ad una determinata causa, aiuto a persone in difficoltà, annunci di persone scomparse, ecc.).
In questi casi è sempre opportuno verificare che la catena si riferisca a fatti o persone realmente esistenti e, comunque, proseguire l'invio verso corrispondenti sensibili all'argomento.
10.  Non utilizzare i caratteri accentati, comunque non strettamente ASCII.
In Rete bisogna farsi capire chiaramente e per fare ciò può essere consigliabile rinunciare a certi caratteri speciali.
Talvolta capita di ricevere messaggi parzialmente incomprensibili e non certo per questioni di lingua. In particolare, si possono ricevere messaggi le cui finali sono rappresentate da uno o più caratteri senza senso. Si scoprirà che tale sostituzione avviene proprio dove dovrebbero esserci lettere accentate.
Il fatto si spiega agevolmente. Ad ogni zona geografica linguisticamente omogenea viene assegnato un dato "set di caratteri" che comprende un nucleo comune (ASCII) ed un estensione tipica di quelle lingue. Quello destinato all'Italia comprende sicuramente le lettere accentate, ma ciò non avviene per i tutti i paesi.
Il set di caratteri non può essere dalle dimensioni infinite. Ecco perché lo stesso comprende, strettamente, determinati caratteri in uso in quella zona. Tale particolarità si può comprendere meglio osservando che esistono tastiere per le diverse lingue (addirittura per i diversi paesi). A parte i caratteri fondamentali e i numeri, ogni tastiera presenta le sue varianti.
Va detto che il problema si può incontrare anche su certe mailing list che, pur riguardando iscritti sicuramente in possesso del medesimo set di caratteri, sono gestite da server situati all'estero che, per tale motivo, non sempre sono in grado di gestire caratteri non previsti per l'area geografica cui è in uso la lista.
Per ovviare a questa limitazione (che, per noi, sembra limitata ai soli accenti e non ad altri caratteri particolari) si potrà ricorrere all'apostrofo, come si usava un tempo su certe macchine per scrivere.
11.  Nella corrispondenza elettronica usare la modalità "solo testo".
I recenti client (es.: MS Outlook Express, Netscape Messenger 4.x e Qualcomm Eudora Pro 4.x) supportano anche il formato HTML, vale a dire quello usato per il "design" delle pagine Web. Ciò comporta il vantaggio di poter inviare una email con gli immaginabili effetti grafici tipici del Web, ma tale caratteristica non è esente da controindicazioni.
Non è, infatti, garantita la compatibilità con tutto il software di posta elettronica. Gli utenti in possesso di client che non supportano tale funzione (magari perché non dell'ultima versione) visioneranno messaggi quasi del tutto incomprensibili.
In più, una email HTML è senz'altro più ingombrante (in termini di dimensioni del file) rispetto ad una redatta in solo testo. In sostanza, l'utilizzo di questo formato comporterebbe l'ennesimo spreco di risorse spesso ingiustificato.
Esiste, comunque, un rimedio all'esigenza più sentita, vale a dire quella di evidenziare, in qualche modo, parole o passaggi del messaggio. E', infatti, consuetudine utilizzare gli asterischi * o il carattere sottolineato _ (underscore). Ad esempio, si potranno evidenziare le parole *diritto* e _Internet_ nel modo appena visto.
  1. Essere sintetici.
    Un regola finale. La sintesi, nella corrispondenza tradizionale, aiuterebbe anche a risparmiare carta, dunque alberi. Ma il problema dell'economia delle risorse è più sentito nella Rete. Scrivere un messaggio sintetico equivale ad occupare il minimo spazio indispensabile sui canali di connessione mondiale e sui singoli server. L'ideologia telematica si fonda sulla piena condivisione delle risorse che, appunto, devono essere fruibili da tutti senza abusi da parte di pochi.
    Aspetto correlato alla sintesi è quello relativo al cosiddetto "quoting" e alla firma posta in calce ai messaggi (da alcuni impropriamente chiamata "firma elettronica").
    Il "quoting" (dall'inglese to quote, citare, mentre quotes significa virgolette) consiste nella citazione del messaggio cui si risponde. Ciò per favorire la comprensione dell'argomento trattato.
    E' una preziosa opzione disponibile su praticamente tutti i client di posta elettronica e che si attiva automaticamente rispondendo all'autore (funzioni "reply" o "rispondi all'autore"). La email di risposta conterrà, quanto meno, il testo cui si risponde contrassegnato, appunto, da virgolette normalmente di questo tipo >. La mail sarà pertanto editabile come al solito.
    La stessa caratteristica è disponibile per gli inoltri. Ma è sempre da evitare, per ovvie ragioni di privacy, la citazione e l'inoltro di brani tratti da messaggi di terzi. Per farlo occorrerà garantirsi il consenso dell'autore originale.
    In generale, una buona regola è quella di limitare il quoting al minimo indispensabile, tagliando i passi cui non si replica. Ne godrà la dimensione del messaggio, ma, sicuramente, anche la sua leggibilità.
    La firma (che si può digitare di volta in volta o inserire tramite un modello precostituito da richiamare con un solo comando) è un'opzione meno diffusa. Senz'altro utile, può condurre ad abusi. Una firma di quattro o cinque righe è sufficiente per racchiudere tutto quanto serve anche per ragioni di lavoro. Andando oltre, si rischierebbe di indispettire molti utenti.
avv. Daniele Minotti - aprile 1999

NOTE
(1) Per la verità, l'ingiuria e la diffamazione, pur per via telematica, o lo spamming (cfr. il testo) possono, ad esempio, costituire i reati di cui agli artt. 594 e 595 c.p. da un lato e 660 c.p. dall'altro.
Ad ogni modo, pur mancando, nella maggior parte dei casi, un carattere giuridico, molti àmbiti telematici prevedono un vero e proprio sistema sanzionatorio che può addirittura condurre all'esclusione da gruppi o liste.
Una sorta di "codificazione" (per esprimermi in termini giuridici) della netiquette si è formata, naturalmente, negli Stati Uniti. Fondamentale punto di partenza è la specifica pagina link su Life on the Internet. Decisamente scientifico e con un'ampia bibliografia è il lavoro pubblicato sul sito del Delaware Technical & Community College. Per il materiale in italiano, http://www.nic.it/NA/modul.html#g11 dal sito del Nic italiano. Molto completo e rigoroso è lo spazio dedicato sul sito Inferentia dove compare la traduzione di un testo statunitense molto diffuso e autorevole.

(2) Tali regole non sono, infatti, esclusive della Rete riguardando, invece, tutte le forme di comunicazione telematica anche al di fuori di Internet (es.: chat IRC, posta elettronica su BBS, ecc.).
(3) In realtà, il termine stesso, che considera tutta la Rete, dunque i servizi telematici nel loro complesso (navigazione compresa), consentirebbe l'estensione massima. Si pensi, ad esempio, alle regole riguardanti il contenuto dei siti, l'obbligo di garantire la sicurezza di transazioni commerciali (e-commerce) mediante server sicuri, l'accesso a banche dati via telnet, ecc. A prescindere dal fatto che la Netiquette applicata al web riguarda, semmai, l'attività dei webmaster, la stessa ha, però, tradizionalmente regolato la posta elettronica, i NG (newsgroup) e le chat ed a questa convenzione si ritiene di dover aderire.
(4) Le mailing list e i NG prevedono spesso un proprio regolamento (policy) formato sulla base della netiquette generale con gli adattamenti del caso.
(5) Off-topic viene spesso sintetizzato in OT, chiaro acronimo.
(6) Le "macro" non sono altro che insiemi di comandi riuniti in un solo "super-comando". Applicazioni come MS Word ed Excel (ma, ormai, anche tutti gli altri programmi di videoscrittura), supportano le macro (es.: Lotus-Corel Wordperfect). Considerato che certi comandi sono assai "profondi", il rischio di azioni distruttive sulla propria macchina è molto elevato. Di per sé, comunque, la ricezione di un allegato di questo tipo non può generare danni. Il macro virus si attiva soltanto se "interpretato" da un'applicazione costretta ad eseguire una determinata routine.



Fine della trasmissione.
                                


    Un cordiale saluto a tutti!