mercoledì 19 aprile 2023

Stagione incerta.

Buonasera!

Ieri mattina d'improvviso Tomoko si è liberata e abbiamo deciso di andare a fare una giratina in montagna.
Così, contravvenendo a quanto avevo detto, siamo tornati a Dormienti.
Partiti male e con vari contrattempi, siamo arrivati sopra Vallombrosa alle 9 meno qualche minuto.
Nessuna macchina per strada e soltanto tre lì dove ormai bazzichiamo tutti.
Iniziato subito discretamente, abbiamo avuto dei momenti di crisi ma in qualche maniera li abbiamo superati e non è andata affatto male.
In qualche punto abbiamo trovato dei Dormienti mostruosi incastrati nel terreno ormai feltrato per il cambiamento della stagione.
I faggi stanno già mettendo le foglie ma stranamente non si trova un fungo che sia stato sciupato dalle limacce.
Sembrano sparite.
Di questa stagione dovrebbero essere tutti biascicati, quelli fuori dal terreno, e invece se ce n'è qualcuno sciupato, e ce ne sono, lo è da calpestio di bipedi e quadrupedi, nonchè dall'eccesso di umidità dell'ambiente.
Dopo due ore abbiamo fatto festa e siamo andati a vedere dei Prugnoli in altura.
Il sospetto era che non avremmo trovato un bel niente e così è stato.
Solo nella prima Prugnolaia visitata ce n'erano due piccoletti e nelle altre vicine nessun segno di vita.
Va detto che il terreno è massacrato in maniera incredibile dagli ungulati.
In mezzo alla prunaia è tutto un dipanarsi di sentieri e passaggi trasformati in un pantano dal continuo pesticcio di cinghiali e caprioli assortiti.
Ci deve essere quantità incredibile di animali.
Comincio anche a capire la ragione per cui negli ultimi anni ci ho trovato sempre di meno.
Non c'è più un centimetro quadrato sano, pochissime piante erbacee e anche le foglie secche si decompongono con una velocità impressionante..
Pure i pruni secchi vengono schiantati e tritati nel continuo andirivieni finché tutto si macera per il calpestio e le deiezioni.
Si altera ogni cosa a cominciare dal pH del terreno.
Sparito tutto e, ormai che ci siamo, anche la microfauna deve essere parecchio disastrata.
Saranno venti anni che non vedo il nido dei moscardini, un tempo così frequenti specialmente quando si andava a Dormienti.
Alla via così, e mi raccomando.
Prima buttiamo i cinghiali maialati per il piacere degli invasati che tirano a palla e a terzarola, con la complicità di quelli che dovrebbero impedirlo ma prendono prosciutti e insaccati a Natale per poi raccontarci che loro sovrintendono alla salute dell'ecosistema.
Poi, se arriva la peste suina, stendiamo i cordoni sanitari.
Facciamo sempre quello che più ci aggrada fregandocene del quadro generale.
La Natura non conta niente, salvo il fatto che poi ce lo dimostra appena le gira.
Non viene la peste suina?
Verrà qualcos'altro, di peggio (il Covid-19 potrebbe essere un esempio), finché magari al tentativo numero mille farà un massacro e ce la farà pagare tutta in una volta.
Ancora non abbiamo capito che è lei che comanda e in una maniera o nell'altra alla fine prevale.
Continuiamo con le nostre farneticazioni di onnipotenza e la pagheremo cara.
Finita l'invettiva, chiedo venia e mi taccio.
 
Alcune foto:



 
Misto abete-faggio. Le prime foglioline dei faggi.

Hygrophorus marzuolus




Là sotto.

Eccolo qua.





Incredibile. Con tutto il fradicio che c'è, schiantato dal secco!








Enormi, bitorzoluti.







Fine.

Macchia a biancospino, sugli 800 m.

Calocybe gambosa.


 
 
Non credo che tornerò nel bosco prima di una settimana.
Eventualmente relazionerò.
  
 
Un cordiale saluto a tutti!


7 commenti:

paolo cozzi ha detto...

Caro Angiolo buona sera purtroppo la penso esattamente come te circa il nostro (di umani) rapporto con la natura: ci comportiamo con arroganza ignoranza e convinti che tutto ci sia permesso. Sono altrettanto convinto che madre natura prima o poi ci rimetterà al nostro posto che non è quello di dei o semidei ma di parte di un insieme che stiamo distruggendo.
Guarda quello che sta accadendo oltre che con i vari ungulati con i lupi e ora in particolare con gli orsi: prima ( oltre 100 anni fa ) li abbiamo sterminati in nome della necessità della nostra sopravvivenza ora li reimmettiamo nelle montagne e nei boschi con la pretesa che si comportino come i personaggi di Walt Disney che usino gli anticoccezionali e che si limitino a fare da comparsa per le foto dei turisti. Se sgarrano e fanno quello che per natura possono e devono fare allora KAPUTT !!
Noi ormai siamo come gli elfi nel Signore degli anelli: il nostro tempo è finito.... o quasi.
Cerchiamo di trovare ancora qualche fungo e di goderci quello che di bello la natura ancora ci offre.
Un saluto a te e signora e complimenti che la tua parte la fai sempre

Paolo

Angiolo ha detto...

Ciao Paolo!

Purtroppo il problema non sono i lupi o gli orsi.
Il vero problema è la nostra mente e il modo di concepire il mondo e l'ambiente che ci circonda come una dépendance casa nostra.
Possiamo fare e disfare a nostro piacimento.
Il problema dei cinghiali.
Quando cominciai ad andare a funghi, ma direi fino agli anni '80, entravi in un bosco e sembrava di essere in un mondo incantato.
Specie se eri in una abetina o in una pineta di montagna.
Terreno integro, non c'erano buche, non c'erano scavi, non c'era niente fuori posto.
O meglio, c'era tutto.
Dalle vipere, alle serpi, ai moscardini, a tutti i piccoli abitanti del sottobosco, animali e piante.
Poi imorovvisamente arrivarono quelli intelligenti.
Dovevano sparare ai cinghiali e hanno buttato i maiali dei Balcani.
Sparito tutto, dapprima lentamente ma poi con un ritmo rossiniano, in crescendo.
L'ira di Dio.
Naturalmente con quelli che "sorvegliavano", e avrebbero dovuto impedirglielo perché chiaramente era una cosa da folli e lo si è visto, che guardavano dall'altra parte.
Ora si cerca di correre ai ripari ma il danno è fatto e, se non provvede adeguatamente la Natura, non ci riusciranno mai perché vai a tirarli fuori quelle specie di bulldozer dalle forre e dai canaloni.
Ne ammazzi dieci e ne nascono cento.
E gli orsi?
Ora si strappano tutti i capelli per quel poveretto che ci ha rimesso la vita.
Ma era uno del luogo e avrebbe dovuto saperlo il rischio che correva e prendere qualche precauzione.
Non so in Val di Sole ma conosco bene Hokkaido, la terra natale di Toko-chan.
Di orsi bruni non ce ne sono 150, ce ne sono a migliaia.
Appaiono perfino nei numerosi parchi che costellano le pariferia di Sapporo, la città dei giochi olimpici invernali 1972 (2 milioni di abitanti).
E chi va nei boschi, per passeggiate, funghi o erbe, lo fa con la radiolina accesa o un sonaglio al collo o alla cintola.
Perché l'orso se può ti scansa.
Però devi farti sentire.
Perché se gli arrivi addosso di sorpresa e ti vede solo quando sei a un metro reagisce, specie se ha i cuccioli.
Un po' come i viandanti che s'incontravano nel Medio Evo in mezzo al nulla delle campagne e dei boschi.
Spesso ci scappava il morto, perché non sapevi chi era quello che ti veniva incontro e passavi subito al bastone e al coltello, senza tanti convenevoli.
Quindi che facciamo, catturiamo l'orso e lo abbattiamo, così tout-court?
E poi una cosa è ucciderlo in una battuta, ma che senso ha catturarlo e poi sopprimerlo (lo stesso vale per i cinghiali e la Raggi di buona, anzi di cattiva, memoria).
Lo tengano in un recinto, come l'orso Bruno di San Romedio, o in uno zoo (posto orribile).
In tutto ci deve essere un minimo di lealtà.
Anche con gli animali che con noi condividono questa palla di mota.
Perché, se "ragioniamo" così, tutti gli anni muoiono un sacco di azzardisti sul Monte Bianco.
Che facciamo chiudiamo il traforo, ci piazziamo sotto una carica termonucleare da quaranta megaton e la facciamo detonare?
Così impara a travolgere con le valanghe chi ci bazzica?
Lo so, è un non-sense ma un pochino di senno dovrebbe prevalere.
Invece avanti tutta.
Può esistere solo quel che fa comodo a noi.
Il resto lo si cancella.
Vabbè, ci penserà Madre Natura, prima o poi.
Sursum corda!

Un cordiale saluto.

Angiolo

mario ha detto...

Angiolo, condivido cio' che hai scritto, punteggiatura compresa. Un abbraccio . Mario (Prato)

Mario ha detto...

Un resoconto da antologia mico-ecologica, complimenti.
Saluti
Luigi da Prato

Angiolo ha detto...

Buongiorno e benvenuto, Luigi da Prato!

Ti ringrazio.
Vedo che hai per nickname Mario, e da Prato già mi scrive "mario" con la emme minuscola.
Mica siete la stessa persona?
Penserei di no.
Però comincio ad avare diversi "mario" con la maiuscola o meno e mi gira un po' la testa.

Un cordiale saluto.

Angiolo

Anonimo ha detto...

ed ecco il terzo Mario… per confonderti le idee, questa volta da Roma però…

sono molto contento di rivederti nei boschi. E sono lieto che riesci a trovare qualcosa malgrado stagioni strane e grame.

Comunque “Sursum corda”! Hai ragione!
Lo diceva spesso mia nonna che sapeva l’intera messa a memoria, in latino.
Veramente spesso la usava anche come imprecazione, quando gli cadeva del sugo sulla tovaglia nuova.

Concordo su tutto. Mi sembra un resoconto perfetto della situazione Orso.
Tra tante castronerie che si sentono un barlume di lucidità libera i cuori e la mente.

I boschi sono cambiati. Se torno dalle mie parti, in Piemonte, non riconosco neanche i versanti da quanto sono spogli.
E il sottobosco praticamente non esiste più. E con esso sono sparite intere specie di piccoli animali, vipere comprese.
In Toscana, l’Appennino regge ancora e così pare anche la macchia. Ma appena ci si sposta verso il mare, in quota, tipo Amiata,
la situazione tende al deserto. Poi certo, basta un temporale, nel momento giusto e tutti gridano al miracolo come è successo l’anno passato,
quando c’è stata una discreta buttata di qualche estatino prima e di qualche bastardo (come li chiami te) dopo, nei faggi.
Peccato che di tutte le altre specie solo alcune sono sopravvissute mentre altre sono anni che non si vedono.
Chi si ricorda cos’era l’Amiata oltre 30 anni fa, quando la scoprii, beh… lasciamo perdere…

Parlo di funghi, perché sono degli indicatori affidabili, ma potrei parlare di molte cose che non ci sono più.
In compenso, per la prima volta dopo trent’anni di frequentazioni, i tagli dei boschi sono stati fatti con un certo criterio di selezione, come si fa in Trentino.
E non derapando tutto come ho sempre visto fare sul territorio amiantino.

Vabbè, ci sarebbero tante cose da dire.
Attendo con impazienza tue nuove peregrinazioni.
E nuove cronache che tengono il pari con i raccolti.
Quindi… “Sursum corda”! ancora una volta

Grazie.
un saluto a te e a Tomoko.

Mario, da Montemario, Roma

Angiolo ha detto...

Ciao Mario Terzo da Montemario!

Se è per codesto a Vallombrosa quando tagliano fanno tabula rasa.
E poi, se ripiantano, avanti coi Douglas che come noto sono un'essenza della nostra flora. Peccato si fosse estinta un centinaio di secoli fa e non abbia più batteri o funghi in simbiosi.
Ma questa è una bazzecola, è chiaro.
Essere "originali" è la cosa importante.
Se poi si fa qualche disastro tipo cignali ma...che colpa abbiamo noi!

È vero quello che dici dei funghi che si stanno rarefacendo a ritmo allucinante.
Come ho già scritto, quando iniziai a cercare i Dormienti, ormai sono quasi cinquant'anni (era il 1974), a fine febbraio le abetine erano costellate di Flammuline, Ascomiceti e Hypholomi assortiti.
Ora l'unico fungo che puoi trovare è il Dormiente, se sai dove sono le fungaie perché anche quello è quasi sparito.
Prima in qualsiasi piantata di abete bianco tu entrassi, tanti o pochi li trovavi ovunque.
Ora se non sai dove c'è un "pezzetto" buono puoi girare una settimana senza incocciarne uno.
Per il resto saranno quasi vent'anni che non vedo una Gyromitra o una Sarcosphaera, per non parlare delle Caloscypha fulgens, un tempo molto abbondanti.
Sparito tutto.
E d'estate vedo sempre meno Amanita rubescens e Amanitopsis assortite.
Sì, nascono ancora ma non coi ritmi di qualche lustro fa.
E pure di Muscarie se ne vedono meno.
Gli unici che resistono sono i Porcini, se piove.
E, se ci sono quelli, tutti contenti!
Il resto non importa.

Quanto alle avventure, stamani con Tomoko abbiamo fatto un'altra improvvisata a Dormienti ed abbiamo fatto manbassa.
C'eravamo solo noi e altre due persone, ma ci siamo girati tutta la mattina tra i piedi.
Sembrava di essere a ballare il minuetto o la giga.
Comunque noi abbiamo fatto il pieno.
Oggi e domani sarà occupato e non potrò mettere il Post.
Lo farò domenica.
Comunque è vero il detto dei vallombrosani "Dopo Pasqua Dormienti e Predicatori non son più buoni."
Adesso sono enormi, ma tutti contorti e intorcinati, nella cuticola inglobano i residui vegetali secchi del sottobosco (frammenti di foglie o di legno) e pulirli è diventato un problema serio.
E anche il sapore non è più lo stesso dei "Marzuoli".
La stagione sta cambiando.
Chissà cosa ci riserva.
Speriamo belle sorprese, ché ne abbiamo parecchio bisogno.
Con quelle che ci riservano i denazificatori dei miei stivali (ci vuole una bella faccia tosta).
Avevano ragione i generali americani di fine World War II, che volevano andare a diritto fino al mare di Ohotsk.
Ma ormai è fatta e non si può tornare indietro.

Un cordiale saluto

Angiolo