Buongiorno a tutti!
Eccoci alla scheda del secondo fungo dell'annata in ordine di
apparizione, anche se talvolta sopravanza il Dormiente, la cui crescita accompagna per la maggior parte del periodo.
Parliamo del
Parliamo del
Prugnolo
Calocybe gambosa, (Fr.) Donk,
ex Tricholoma georgii
Altri nomi italiani:
Fungo di San Giorgio, Fungo della saetta, Fungo maggengo, Spinarolo.
Descrizione
Cappello Carnoso, convesso, talvolta appuntito, poi
appianato, margine involuto, regolare che a maturazione può divenire
frastagliato. Cuticola opaca, di colore variabilissimo, dal bianco crema al
marrone più o meno carico, passando per il giallo crema, l’arancione e il
grigiastro.
Dimensioni, larghezza mm. 30-120(150),
spessore mm. 20-40(60), ma se ne possono rinvenire esemplari anche molto più
grossi, se lasciati crescere (una ventina di anni fa ne trovai uno di quasi sette etti, già maturo ma
ancora in tiro; non entrava nel paniere).
Lamelle Fitte,
strette, smarginate, fragili. Colore chiaro, quasi bianco.
Carne Bianca,
spessa (soprattutto al centro), fragile, con intenso odore di farina.
Gambo Tozzo, pieno, di colore biancastro, un po’
fibroso, allungato con l’età.
Dimensioni, lunghezza mm.
30-80(100), calibro mm. 10-40(50).
Habitat Terreni adibiti a pascolo, incolti da molti
anni, in presenza di paleo (Brachypodium sp.), di rosacee
(rosa canina, biancospino, prugnolo, meli selvatici) e ginepri. Si trova però
anche nei boschi collinari, soprattutto di querce e aceri campestri, lungo
fossi e borri. E anche nelle piantate di conifere in montagna, soprattutto se installate su vecchi pascoli e in presenza dei suddetti arbusti di rosacee. Predilige i luoghi in lieve declivio dove l'acqua scorre lentamente e ristagna mantenendo alta l'umidità del suolo. Forma
grandi fungaie di numerosi individui che talvolta nascono appressati l’uno
all’altro. Quando nasce nel paleo, questo prende una colorazione verde scuro
che però non è così facile da identificare come viene comunemente detto. Anche
perché ci sono altri funghi che provocano lo stesso cambiamento di colore. Le
fungaie sono disposte a cerchi, ad arco o a zig-zag, da cui anche il nome di
Fungo della saetta. Nei pascoli i cercatori coi falcetti seguono
il serpeggiare della fungaia tra le zolle create dalle radici
dell’erba alta. Altrimenti difficilmente i carpofori sono visibili. Ciò
facendo, l’erba vecchia cede e viene via. Per cui la
presenza della fungaia è segnalata dalle manciate d’erba
morta giallastra anziché verde .
Un sistema che io ho abbandonato da tanti anni, quando fui miracolato come racconto nel breve scritto che pubblico dopo le foto (forse ne avevo già postato l'abbozzo, non ricordo bene, ma adesso lo licenzio definitivamente in calce a questo sproloquio).
Un fatto inusitato che mi aprì nuovi orizzonti e nel contempo mi sollevò dal dover prestare la massima attenzione nel frugare nell'erba quando mi era già capitato diverse volte di ritrovarmi una bella vipera tra le mani. Soprattutto al mattino quando ancora si devono termoregolare e sono torpide. Non ne ho mai avuto eccessivo timore ma anche quando sono intontite è bene non scherzarci troppo perché il loro morso ancorché raramente mortale ha spesso conseguenze serie.
Un fatto inusitato che mi aprì nuovi orizzonti e nel contempo mi sollevò dal dover prestare la massima attenzione nel frugare nell'erba quando mi era già capitato diverse volte di ritrovarmi una bella vipera tra le mani. Soprattutto al mattino quando ancora si devono termoregolare e sono torpide. Non ne ho mai avuto eccessivo timore ma anche quando sono intontite è bene non scherzarci troppo perché il loro morso ancorché raramente mortale ha spesso conseguenze serie.
Quindi niente più falce e guantoni per "spidocchiare" il paleo,
ma esplorazione di forre e anfratti umidi di mezza collina ed anche in montagna, dove le Prugnolaie sono molto più facili da individuare, anche se chi le conosce cerca di difenderle prelevando i carpofori già cresciuti e nascondendo con fogliame e rami secchi gli altri piccoli.
È stato così che nel corso degli anni ho imparato molte fungaie, frequentando luoghi un po' fuori mano, dove la concorrenza è scarsa o nulla, anche se ormai i cercatori arrivano dappertutto tra strade asfaltate e auto 4x4.
E difatti, nonostante io cerchi di lasciare poche tracce della mia presenza, cambiando percorso e punti d'ingresso, alcune me le hanno imparate. Intendiamoci, fa parte del gioco perché ogni anno ne spuntanto di nuove a compensare queste inevitabili perdite.
Per la costante evoluzione dell'ambiente, in cui le fungaie, come tutti gli esseri viventi, scompaiono ma anche si formano ex novo in punti dove prima le condizioni non erano favorevoli. E poi ci sono quelle che nessuno conosce, nascoste in qualche posto difficile da raggiungere o, talvolta, anche troppo sotto il naso di tutti (ogni tanto mi capita di trovarne qualcuna, anche di quelle notevoli, a pochi passi dall'auto).
C'è pure da dire che individuare i posti adatti non è affatto semplice perché fossi e gole a prima vista sembrano tutti uguali (quelli che si vedono, perché spesso non sono neanche visibili dalle strade o appaiono insignificanti).
E poi, chissà perché, tra due valloni vicini e apparentemente identici per caratteristiche di vegetazione ed esposizione, uno ospita delle Prugnolaie e l'altro no. Oppure le hanno tutti e due, oppure il contrario. Vattelappesca.
L'unica cosa che si può fare è esplorare a fondo, più volte nel periodo adatto e sperare nella fortuna. Altrimenti è possibile girare per dei giorni senza trovare una traccia utile.
Comunque, se poi per caso ci si azzecca, è veramente emozionante.
Scovare una Prugnolaia intera, con tutta la sua coorte di funghi gialli disposti a cerchio o a zig-zag nella penombra del sottobosco è una cosa esaltante.
È stato così che nel corso degli anni ho imparato molte fungaie, frequentando luoghi un po' fuori mano, dove la concorrenza è scarsa o nulla, anche se ormai i cercatori arrivano dappertutto tra strade asfaltate e auto 4x4.
E difatti, nonostante io cerchi di lasciare poche tracce della mia presenza, cambiando percorso e punti d'ingresso, alcune me le hanno imparate. Intendiamoci, fa parte del gioco perché ogni anno ne spuntanto di nuove a compensare queste inevitabili perdite.
Per la costante evoluzione dell'ambiente, in cui le fungaie, come tutti gli esseri viventi, scompaiono ma anche si formano ex novo in punti dove prima le condizioni non erano favorevoli. E poi ci sono quelle che nessuno conosce, nascoste in qualche posto difficile da raggiungere o, talvolta, anche troppo sotto il naso di tutti (ogni tanto mi capita di trovarne qualcuna, anche di quelle notevoli, a pochi passi dall'auto).
C'è pure da dire che individuare i posti adatti non è affatto semplice perché fossi e gole a prima vista sembrano tutti uguali (quelli che si vedono, perché spesso non sono neanche visibili dalle strade o appaiono insignificanti).
E poi, chissà perché, tra due valloni vicini e apparentemente identici per caratteristiche di vegetazione ed esposizione, uno ospita delle Prugnolaie e l'altro no. Oppure le hanno tutti e due, oppure il contrario. Vattelappesca.
L'unica cosa che si può fare è esplorare a fondo, più volte nel periodo adatto e sperare nella fortuna. Altrimenti è possibile girare per dei giorni senza trovare una traccia utile.
Comunque, se poi per caso ci si azzecca, è veramente emozionante.
Scovare una Prugnolaia intera, con tutta la sua coorte di funghi gialli disposti a cerchio o a zig-zag nella penombra del sottobosco è una cosa esaltante.
Note Il Prugnolo è un ottimo fungo con profumo e gusto molto
intensi. Forse un po’ troppo. Il che lo rende adatto più che altro per farne
dei sughi. A noi comunque piace molto crudo, grattugiato sulla
pasta o sul riso in bianco. Per tale scopo bisogna aver cura di tirare fuori dal
frigo i funghi da utilizzare un paio di ore prima, altrimenti raffreddano tutto. Altro uso, saltati due minuti in padella e serviti sulla
pasta calda al burro, ma anche col ragù. Con quelli surgelati (cotti, vengono parecchio duri, gommosi e forti di gusto) facciamo delle zuppe con
vegetali assortiti, oppure dei crostini con panna, salsiccia e capperi. Mangiarne troppi può in soggetti sensibili causare lievi malori, perché hanno proprietà ipoglicemizzanti (abbassano il
livello di zucchero nel sangue). Per
questo fu ipotizzato anche di utilizzarli nella cura del
diabete mellito.
La raccolta è limitata a esemplari di cappello non
inferiore a 2 cm. ed il peso ai consueti 3 kg. totali.
Il periodo di crescita va da fine febbraio/metà
marzo a tutto maggio. L’appellativo di Fungo di San Giorgio (23 aprile) deriva
dal fatto che è tipica la sua nascita nella seconda metà di aprile. In alta
montagna può nascere fino a metà di luglio. Qualche volta delle fungaie
fruttificano anche nel tardo autunno (poco e raramente), se accade che la
stagione ricalchi l’andamento di quella primaverile.
Gli unici funghi tossici con cui potrebbe essere
confuso, tenuto conto dell’epoca di nascita, sono alcune Inocybe, ma francamente ci vuole molta fantasia (o molta
inesperienza).
Penso di aver detto più o meno tutto quanto avevo in mente.
Ed ora il racconto dell'irruzione della Dea Bendata che rivoluzionò totalmente il mio approccio al mondo del Prugnolo.
Nota: Tutto quanto riportato nel racconto è rigorosamente vero. Del resto nomino i posti e anche chi non ha esperienza della Consuma può individuare facilmente il versante di cui parlo. Ho aggiustato solo qualche particolare per arrotondare un po' il racconto e dare sfogo al rimpianto per un posto bellissimo. Alternative valide adesso non mi mancano ma quella fu un'esperienza particolare che avrò sempre qui, negli occhi, finché vivrò.
FINE
Detto e raccontato più o meno tutto quanto avevo in mente.
P.S.: Ore 17:50. Scusate la pessima formattazione ma, quando scrivo e sistemo sulla bozza, dà tutto a posto e in linea come voglio.
Dopodiché apro l'anteprima o visualizzo il Post e trovo tutto a carte quarantotto come gli pare a questo cavolo di Blogger.
Facile da utilizzare e soprattutto...affidabile.
Maledizione!
Penso di aver detto più o meno tutto quanto avevo in mente.
Foto (2018-19)
La variabilità di colore della cuticola è estrema. Si va dal bianco, al grigio, all'arancione e al marrone. |
Ed ora il racconto dell'irruzione della Dea Bendata che rivoluzionò totalmente il mio approccio al mondo del Prugnolo.
DUE CORNACCHIE E
UNA POIANA
Quaranta anni fa o forse più, una vita.
Pomeriggio di una seconda quindicina di maggio, tempo perturbato e caldo.
Pomeriggio di una seconda quindicina di maggio, tempo perturbato e caldo.
A tratti spruzza.
A caccia di Prugnoli, che allora (le stagioni erano tutte più indietro) in Consuma si trovavano talvolta fino agli inizi di luglio.
Sono stato nel paleo sotto la Consuma ed ho trovato poco o niente, come al solito.
è piuttosto tardi e quel po’ di sole che s’intravede tra le nuvole sta cominciando ad andare giù dietro la massa scura del Pratomagno.
Mi sposto con l’auto più in basso, sul lungo crinale che porta a Caiano, e mi fermo subito prima della piantata di Douglas giovani che costeggia il lato sinistro della strada.
A caccia di Prugnoli, che allora (le stagioni erano tutte più indietro) in Consuma si trovavano talvolta fino agli inizi di luglio.
Sono stato nel paleo sotto la Consuma ed ho trovato poco o niente, come al solito.
è piuttosto tardi e quel po’ di sole che s’intravede tra le nuvole sta cominciando ad andare giù dietro la massa scura del Pratomagno.
Mi sposto con l’auto più in basso, sul lungo crinale che porta a Caiano, e mi fermo subito prima della piantata di Douglas giovani che costeggia il lato sinistro della strada.
Vorrei fare ancora un tentativo per sfatare almeno una volta
la maledizione che non mi ha mai fatto trovare questi funghi in quantità apprezzabili.
Alla destra la solita piaggia a paleo e macchia di pruni che
scende verso Villa Rosina e la strada per Montemignaio.
A sinistra, in direzione di Ponticelli e della statale, il
campo a foraggio che scende fino in fondo al vallone e su cui si affacciano i Douglas .
L’istinto sarebbe di buttarmi a destra nel paleo dove vanno
tutti.
Anche poco fa dall’alto del Passo si vedevano un paio di
macchine ferme qui vicino.
Adesso ci sono solo io che mi ostino a rimanere (forse
perché ho preso un giorno di ferie per conseguire questo bel risultato) ma ho
poca voglia di scendere ancora da quella parte mentre incombe il consueto buco
nell’acqua.
Non mi resterebbe che scendere nella conca a sinistra, dove tra
l’altro giorni prima ho visto un paio di persone addentrarsi nei pruni che
fiancheggiano il campo verso il basso.
Un posto un po’ fuori mano ed insolito sul quale sul momento
avevo fatto un pensierino.
Però esito ad avventurarmi in quella pastura alta che ti
avviluppa e trattiene come una piovra, per di più bagnata dal pulviscolo portato
dal vento.
Forse dovrei passare, penso, dai Douglas della curva, che da
pochi metri più avanti scendono fin quasi sopra dove avevo visto quelle persone.
Non riesco a decidermi anche perché la brezza tiepida che continua
a soffiare mi fa quasi addormentare (sono piuttosto stanco, da quasi dodici ore
erro frugando qua e là senza trovare questi benedetti funghi; ne avrò sì e no
tre etti, piccolini per giunta).
A un certo punto, mentre sono lì un po’ trasognato che
rimugino, qualcosa in cielo attira la mia attenzione.
Guardo meglio e vedo due cornacchie che si avvicendano in acrobazie spericolate attorno ad un uccello molto più grosso che vola dritto e accoglie i loro affondo rivoltandosi sul dorso per mostrare le zampe irte di artigli acuminati.
È la solita eterna lotta tra corvi e rapaci.
Guardo meglio e vedo due cornacchie che si avvicendano in acrobazie spericolate attorno ad un uccello molto più grosso che vola dritto e accoglie i loro affondo rivoltandosi sul dorso per mostrare le zampe irte di artigli acuminati.
È la solita eterna lotta tra corvi e rapaci.
Quella che vedo è una poiana molto grossa, probabilmente una
femmina.
Procede lentamente come tutti i rapaci quando volano in
piano mentre invece le cornacchie le si buttano addosso in veloci picchiate per
riprendere quota pochi istanti prima di stabilire un contatto che per loro
sarebbe quasi certamente letale.
Arrivano dal Gualdo e scorrono lentamente davanti a me in direzione di Montemignaio e della Secchieta, ripetendo senza sosta quella specie di rituale acrobatico.
Quando ormai sono dei puntini lontanissimi confusi con la massa opaca della montagna, mi riprendo dal torpore che mi bloccava e senza quasi rendermene conto scendo a sinistra tra gli alberi.
E nel buio delle conifere ancora giovani vedo tutto giallo!
Da tutte le parti, per decine di metri Prugnoli in lunghe teorie, piccoli, medi e grossi, qualcuno già passato.
Una fungaia attaccata all'altra, a cerchi, a zig-zag, a gruppetti, a filetto, in tutti i modi!
Riempio il paniere, riempio due borse che ho nel carniere, ne raccatto un altro po' avvolgendoli nella giacca con le maniche annodate.
Poi smetto perché ormai è troppo scuro e comincia a piovere sul serio.
Arrivano dal Gualdo e scorrono lentamente davanti a me in direzione di Montemignaio e della Secchieta, ripetendo senza sosta quella specie di rituale acrobatico.
Quando ormai sono dei puntini lontanissimi confusi con la massa opaca della montagna, mi riprendo dal torpore che mi bloccava e senza quasi rendermene conto scendo a sinistra tra gli alberi.
E nel buio delle conifere ancora giovani vedo tutto giallo!
Da tutte le parti, per decine di metri Prugnoli in lunghe teorie, piccoli, medi e grossi, qualcuno già passato.
Una fungaia attaccata all'altra, a cerchi, a zig-zag, a gruppetti, a filetto, in tutti i modi!
Riempio il paniere, riempio due borse che ho nel carniere, ne raccatto un altro po' avvolgendoli nella giacca con le maniche annodate.
Poi smetto perché ormai è troppo scuro e comincia a piovere sul serio.
Ci tornerò il giorno dopo che è sabato con il mio compagno di avventure di
allora (se ne è andato nel 2008, purtroppo) e riempiamo, esplorando anche più
avanti lo stesso versante, il baule della 128, fino all'orlo.
E per tre o quattro anni abbiamo continuato a portarne via quantità incredibili.
Poi i Douglas crescendo devono aver modificato la situazione del terreno perché i Prugnoli nel giro di qualche anno sono pressoché spariti.
Molte piante si sono seccate ed hanno dato di balta con tutta la zolla, sono arrivati i cinghiali, veri, e dopo di loro anche quelli a due zampe.
Il terreno è diventato impraticabile perché nelle radure che si sono aperte sono cresciuti rovi e ortiche ed è diventato tutto un groviglio di tronchi marcescenti ricoperti dalla vegetazione che non fa vedere più niente e in cui comunque non si riesce ad entrare senza correre il rischio di farsi male.
Ora ci vado una volta a fine stagione, solo per rivisitare un posto un tempo favoloso ma che ormai lo è solo nella mia mente.
E per tre o quattro anni abbiamo continuato a portarne via quantità incredibili.
Poi i Douglas crescendo devono aver modificato la situazione del terreno perché i Prugnoli nel giro di qualche anno sono pressoché spariti.
Molte piante si sono seccate ed hanno dato di balta con tutta la zolla, sono arrivati i cinghiali, veri, e dopo di loro anche quelli a due zampe.
Il terreno è diventato impraticabile perché nelle radure che si sono aperte sono cresciuti rovi e ortiche ed è diventato tutto un groviglio di tronchi marcescenti ricoperti dalla vegetazione che non fa vedere più niente e in cui comunque non si riesce ad entrare senza correre il rischio di farsi male.
Ora ci vado una volta a fine stagione, solo per rivisitare un posto un tempo favoloso ma che ormai lo è solo nella mia mente.
In cui al massimo posso raccapezzare un mezzo paniere,
quando va bene e solo perché so dove si trovano le poche Prugnolaie che ancora
buttano qualche fungo.
Un rito destinato a non protrarsi per molto ancora.
Anche se mi sembra di essere ancora lì ad osservare il volo di due cornacchie e una poiana.
Bei ricordi e tanta malinconia.
Nota: Tutto quanto riportato nel racconto è rigorosamente vero. Del resto nomino i posti e anche chi non ha esperienza della Consuma può individuare facilmente il versante di cui parlo. Ho aggiustato solo qualche particolare per arrotondare un po' il racconto e dare sfogo al rimpianto per un posto bellissimo. Alternative valide adesso non mi mancano ma quella fu un'esperienza particolare che avrò sempre qui, negli occhi, finché vivrò.
FINE
Detto e raccontato più o meno tutto quanto avevo in mente.
P.S.: Ore 17:50. Scusate la pessima formattazione ma, quando scrivo e sistemo sulla bozza, dà tutto a posto e in linea come voglio.
Dopodiché apro l'anteprima o visualizzo il Post e trovo tutto a carte quarantotto come gli pare a questo cavolo di Blogger.
Facile da utilizzare e soprattutto...affidabile.
Maledizione!
Un cordiale saluto a tutti quanti!