Buona sera a tutti!
Sollecitato a mettere un Post per facilitare la lettura dei Commenti più recenti, ho pensato bene di riportare le norme di comportamento da osservare quando si conversa online.
Non mie, sia ben chiaro, ma quelle disponibili in rete da lustri sotto il nome di Netiquette, che tutti dovremmo rileggere ogni tanto e soprattutto osservare per rapportarci con gli altri utenti del Web (me le ha mandate Oretta Muzzi perché le pubblicassi, appunto).
Io ne avevo già preso visione tempo addietro spippolando in qua e in là.
Netiquette
"Netiquette",
neologismo tutto telematico formato dai termini inglesi Network (Rete)
ed etiquette (etichetta, bon ton), significa, più diffusamente, insieme
di regole comportamentali di Internet.
Premetto subito che non si tratta di norme appartenenti ad un qualche
ordinamento giuridico vincolante. Non per questo l'"internauta" (a
maggior ragione se giurista) dovrebbe sentirsi legittimato a non rispettarle.(1)
La Netiquette nasce con la telematica e con le forme di comunicazione
che le sono proprie.(2)
Malgrado le apparenze, non costituisce soltanto una forma di "buona
educazione" adattata al mezzo, ma trova spesso fondamento nelle peculiarità
proprie del mezzo stesso. In sostanza, dietro molte di queste regole si
nascondono esigenze tecniche che impongono determinati comportamenti.
In genere, la navigazione stretto senso, vale a dire il semplice accesso a siti
Internet, non necessita di queste norme essendo tale attività limitata, nella
quasi totalità dei casi, all'informazione, al prelievo unilaterale di dati.(3)
La Netiquette ha, però, particolare rilevanza negli altri strumenti
della Rete che consentono di comunicare con altri soggetti: posta elettronica
(cui sono assimilabili le mailing list), newsgroup e chat.(4)
Di seguito esporrò le regole più rilevanti di questo "codice di
Internet", cercando, contemporaneamente, di fornire una spiegazione a
precetti che, apparentemente, possono sembrare senza senso.
1. Non usare un linguaggio
irrispettoso, tanto meno termini turpi.
E' una
regola ovvia, ma in Internet, dove non c'e' contatto diretto, si fa ancora più
sentita.
Ciò non toglie che in Rete ci si possa tranquillamente dare del "tu"
laddove, normalmente, si userebbe la terza persona. Per gli internauti il
rispetto è una questione di sostanza, non di forma.
2. Non fare flame.
Il termine
(di origine anglo-telematica) significa fiamma e fare flame corrisponde
ad infiammarsi, spingersi nella critica dai toni non consoni ad una discussione
civile. A maggior ragione, è considerato flame (nella sua specie
peggiore) l'uso di ingiurie.
In ogni àmbito telematico il dibattito deve essere improntato al massimo
equilibrio ed al pieno rispetto per gli interlocutori. In questo senso,
l'esperienza di Internet potrebbe essere un ottimo esempio per la vita di
relazione di tutti i giorni.
3. Non scrivere tutto in
maiuscolo.
Un tempo,
molti dattilografi autodidatti amavano scrivere tutto in maiuscolo, forse per
evidenziare meglio il proprio pensiero. Malgrado la tecnologia sia ben diversa,
la comune tastiera ha determinato il passaggio di questa pratica dalla
dattilografia vera e propria alla telematica.
Di fatto, però, il testo maiuscolo nel secondo àmbito è assolutamente
sconsigliato: in Internet equivale ad urlare e così viene inteso dagli utenti.
Addirittura, molti "puristi" amano scrivere tutto in minuscolo.
4. Usare le "emoticons".
Come in
tutte le forme di comunicazione che non comportano un diretto contatto visivo
(o anche soltanto vocale), occorre stare molto attenti a non usare formule e/o
parole dal significato ambiguo. E, infatti, se de visu si può sempre
verificare la compatibilità tra il senso oggettivo del discorso e le
espressioni facciali o la mimica dell'interlocutore, con la corrispondenza
elettronica (in tutte e tre le forme viste) ciò non è possibile.
Dobbiamo ringraziare la telematica se, oggi, esiste uno strumento in più per
chiarire il senso delle parole scritte (non certo per la corrispondenza
formale, ma in Internet è quasi d'obbligo).
Si tratta delle cosiddette "emoticons", altro neologismo
figlio della telematica e dell'inglese composto dai termini emotional
(emozionale) e icons (icone, in perfetto linguaggio informatico).
Evitando difficili traduzioni (che non potrebbero andare oltre il letterale),
le emoticons non sono altro che semplici insiemi di caratteri (due
punti, punto e virgola, trattini, parentesi, ecc.) che, nelle diverse
combinazioni, disegnano facce stilizzate rappresentati praticamente tutti i
possibili stati d'animo del corrispondente via Internet.
Ecco i tre più diffusi esempi, senz'altro più chiarificatori (da leggere
ruotandoli idealmente di 90° in senso orario):
:-) gioia
:-( tristezza
;-) ironia, ammiccare (notare l'"occhiolino" che nella mimica umana
significa proprio ammiccamento).
Sebbene le si possa ritenere un capriccio un po' snob, le emoticons sono
realmente fondamentali. Basti un esempio:
frase senza emoticons - "Ho visitato il tuo sito e non mi è piaciuto per
nulla".
frase con emoticons - "Ho visitato il tuo sito e non mi è piaciuto per
nulla ;-)".
Soltanto nel secondo caso il nostro interlocutore capirà che si tratta di uno
scherzo e che, in realtà, il sito è stato apprezzato.
Ecco perché le emoticons, lungi dal costituire una forma espressiva
adolescenziale, rappresentano un cardine della comunicazione telematica. In
sostanza: un mezzo per farsi capire meglio e correttamente. In parte, anche un
modo per prevenire il flame.
5. Rispettare il tema della
discussione.
Nelle
mailing list e nei NG (newsgroup) è d'obbligo la pertinenza. La bacheca
virtuale rappresentata da questi mezzi viene spontaneamente divisa in vari
settori. Un iscritto lancia un sotto-argomento (rigorosamente indicato
nell'oggetto-subject del messaggio) e gli interessati partecipano alla
discussione sviluppandola dal primo intervento.
Ovvie ragioni consigliano di non andare fuori tema (off-topic,
dall'inglese off, fuori, e topic, argomento)(5), di non mettere la
propria posta in un settore dove gli interessati non la troverebbero e dove,
peraltro, potrebbe disturbare coloro che parlano d'altro.
6. Non intervenire subito nella
discussione.
Una regola
valida per le mailing list quanto per i NG. Nessuno, appena entrato in un
salotto che lo ospita per la prima volta, si lancerebbe subito nelle
discussioni che si tengono tra chi il salotto lo frequenta da tempo. Uguale
regola vale per la telematica. L'utente che, ad esempio, decidesse di iniziare
a seguire la discussione su it.diritto, dovrebbe scaricare, per un po' di
tempo, tutti i messaggi, comprendere l'oggetto della discussione ed osservare
il comportamento di chi è già nel vivo. Soltanto così potrà entrare nel gruppo
conformandosi a quelle regole non scritte che gli sono proprie. In gergo, tale
condotta si chiama lurking (dall'inglese to lurk, nascondersi,
sbirciare) che, italianizzato, diventa "lurkare".
Alcuni gruppi e liste prevedono, peraltro, una sezione "FAQ"
(acronimo di Frequently Asked Questions, risposte a domande ricorrenti)
che, ad esempio, eviteranno agli ultimi arrivati di sollevare una questione già
ampiamente dibattuta e risolta, cosa che potrebbe dare molto fastidio ai
veterani.
7. Non inviare posta non
richiesta (pratica chiamata spamming) a maggior ragione se
pubblicitaria.
Come a nessuno farebbe piacere trovare, ogni mattina, la propria cassetta delle
lettere colma di posta inutile, l'internauta (specie se di vecchia data) non
gradisce ingiustificate invasioni di email. Occorre, peraltro, tener presente
che Internet è uno strumento di lavoro per molti. Da ciò consegue l'opportunità
di non influire indebitamente su queste attività.
Le violazioni di questa regola (purtroppo assai frequenti) sono considerate tra
le più gravi.
8. Non inviare allegati alle
proprie email se non previo consenso (anche tacito e generico) del
destinatario.
La regola
discende dalla massima attenzione che viene riservata al risparmio delle
risorse: un'immagine, un file eseguibile o un documento di testo occupano un
certo spazio che se dovesse essere moltiplicato per tutte le email circolanti
in Rete comprometterebbe la stabilità del sistema telematico. Proprio per
questo, tra l'altro, molti provider limitano il flusso disponibile per il
servizio email del singolo utente (es. 1 Mb massimo per ogni email). Ad ogni
modo, se l'invio fosse proprio indispensabile, è sempre consigliabile
l'utilizzo di un formato compresso (es.: zip, jpeg per le immagini).
In particolare, l'invio degli allegati è sconsigliabile nelle mailing list in
quanto tale mezzo non consente un invio "mirato", ma colpisce tutti
gli iscritti.
Diverso è il discorso dei newsgroup cosiddetti "binari" che si
fondano proprio sugli allegati (programmi, immagini, ecc.).
Ma l'invio di allegati è sconsigliabile anche per un motivo ben più importante.
I formati file che supportano le macro sono potenziali vettori di, appunto,
"macro virus". E' pertanto buona regola non soltanto non inviare, ma
neppure aprire allegati di questo genere.(6) La regola vale, a
fortiori, per gli allegati eseguibili, tradizionali veicoli di virus.
9. Non inviare od inoltrare catene
di Sant'Antonio.
Purtroppo,
anche la posta elettronica soffre di questa pratica (chain letters) che
già affligge la posta ordinaria. E' bene non inventare catene, né promuoverle.
Non sono per nulla gradite alla maggioranza degli utenti. Le più pericolose,
poi, sono quelle che promettono guadagni facili e rapidi.
Esiste una sola eccezione per cui potrebbe valere la pena di contribuire alla
diffusione della catena: il caso a sfondo benefico-sociale (es. le
sottoscrizioni "morali" ad una determinata causa, aiuto a persone in
difficoltà, annunci di persone scomparse, ecc.).
In questi casi è sempre opportuno verificare che la catena si riferisca a fatti
o persone realmente esistenti e, comunque, proseguire l'invio verso
corrispondenti sensibili all'argomento.
10. Non utilizzare i caratteri
accentati, comunque non strettamente ASCII.
In Rete
bisogna farsi capire chiaramente e per fare ciò può essere consigliabile
rinunciare a certi caratteri speciali.
Talvolta capita di ricevere messaggi parzialmente incomprensibili e non certo
per questioni di lingua. In particolare, si possono ricevere messaggi le cui
finali sono rappresentate da uno o più caratteri senza senso. Si scoprirà che
tale sostituzione avviene proprio dove dovrebbero esserci lettere accentate.
Il fatto si spiega agevolmente. Ad ogni zona geografica linguisticamente
omogenea viene assegnato un dato "set di caratteri" che comprende un
nucleo comune (ASCII) ed un estensione tipica di quelle lingue. Quello
destinato all'Italia comprende sicuramente le lettere accentate, ma ciò non
avviene per i tutti i paesi.
Il set di caratteri non può essere dalle dimensioni infinite. Ecco perché lo
stesso comprende, strettamente, determinati caratteri in uso in quella zona.
Tale particolarità si può comprendere meglio osservando che esistono tastiere
per le diverse lingue (addirittura per i diversi paesi). A parte i caratteri
fondamentali e i numeri, ogni tastiera presenta le sue varianti.
Va detto che il problema si può incontrare anche su certe mailing list che, pur
riguardando iscritti sicuramente in possesso del medesimo set di caratteri,
sono gestite da server situati all'estero che, per tale motivo, non sempre sono
in grado di gestire caratteri non previsti per l'area geografica cui è in uso
la lista.
Per ovviare a questa limitazione (che, per noi, sembra limitata ai soli accenti
e non ad altri caratteri particolari) si potrà ricorrere all'apostrofo, come si
usava un tempo su certe macchine per scrivere.
11. Nella corrispondenza
elettronica usare la modalità "solo testo".
I recenti
client (es.: MS Outlook Express, Netscape Messenger 4.x e Qualcomm Eudora Pro
4.x) supportano anche il formato HTML, vale a dire quello usato per il
"design" delle pagine Web. Ciò comporta il vantaggio di poter inviare
una email con gli immaginabili effetti grafici tipici del Web, ma tale
caratteristica non è esente da controindicazioni.
Non è, infatti, garantita la compatibilità con tutto il software di posta
elettronica. Gli utenti in possesso di client che non supportano tale funzione
(magari perché non dell'ultima versione) visioneranno messaggi quasi del tutto
incomprensibili.
In più, una email HTML è senz'altro più ingombrante (in termini di dimensioni
del file) rispetto ad una redatta in solo testo. In sostanza, l'utilizzo di
questo formato comporterebbe l'ennesimo spreco di risorse spesso
ingiustificato.
Esiste, comunque, un rimedio all'esigenza più sentita, vale a dire quella di
evidenziare, in qualche modo, parole o passaggi del messaggio. E', infatti,
consuetudine utilizzare gli asterischi * o il carattere sottolineato _ (underscore).
Ad esempio, si potranno evidenziare le parole *diritto* e _Internet_ nel modo
appena visto.
- Essere sintetici.
Un
regola finale. La sintesi, nella corrispondenza tradizionale, aiuterebbe
anche a risparmiare carta, dunque alberi. Ma il problema dell'economia
delle risorse è più sentito nella Rete. Scrivere un messaggio sintetico
equivale ad occupare il minimo spazio indispensabile sui canali di
connessione mondiale e sui singoli server. L'ideologia telematica si fonda
sulla piena condivisione delle risorse che, appunto, devono essere
fruibili da tutti senza abusi da parte di pochi.
Aspetto correlato alla sintesi è quello relativo al cosiddetto "quoting"
e alla firma posta in calce ai messaggi (da alcuni impropriamente chiamata
"firma elettronica").
Il "quoting" (dall'inglese to quote, citare,
mentre quotes significa virgolette) consiste nella citazione del
messaggio cui si risponde. Ciò per favorire la comprensione dell'argomento
trattato.
E' una preziosa opzione disponibile su praticamente tutti i client di
posta elettronica e che si attiva automaticamente rispondendo all'autore
(funzioni "reply" o "rispondi all'autore"). La
email di risposta conterrà, quanto meno, il testo cui si risponde
contrassegnato, appunto, da virgolette normalmente di questo tipo >. La
mail sarà pertanto editabile come al solito.
La stessa caratteristica è disponibile per gli inoltri. Ma è sempre da
evitare, per ovvie ragioni di privacy, la citazione e l'inoltro di brani
tratti da messaggi di terzi. Per farlo occorrerà garantirsi il consenso
dell'autore originale.
In generale, una buona regola è quella di limitare il quoting al
minimo indispensabile, tagliando i passi cui non si replica. Ne godrà la
dimensione del messaggio, ma, sicuramente, anche la sua leggibilità.
La firma (che si può digitare di volta in volta o inserire tramite un
modello precostituito da richiamare con un solo comando) è un'opzione meno
diffusa. Senz'altro utile, può condurre ad abusi. Una firma di quattro o
cinque righe è sufficiente per racchiudere tutto quanto serve anche per
ragioni di lavoro. Andando oltre, si rischierebbe di indispettire molti
utenti.
avv. Daniele Minotti - aprile 1999
NOTE
(1) Per la
verità, l'ingiuria e la diffamazione, pur per via telematica, o lo spamming
(cfr. il testo) possono, ad esempio, costituire i reati di cui agli artt. 594 e
595 c.p. da un lato e 660 c.p. dall'altro.
Ad ogni modo, pur mancando, nella maggior parte dei casi, un carattere
giuridico, molti àmbiti telematici prevedono un vero e proprio sistema
sanzionatorio che può addirittura condurre all'esclusione da gruppi o liste.
Una sorta di "codificazione" (per esprimermi in termini giuridici)
della netiquette si è formata, naturalmente, negli Stati Uniti.
Fondamentale punto di partenza è la specifica pagina link su Life
on the Internet. Decisamente scientifico e con un'ampia bibliografia è il
lavoro pubblicato sul sito del Delaware Technical & Community College. Per il
materiale in italiano, http://www.nic.it/NA/modul.html#g11 dal sito del Nic
italiano. Molto completo e rigoroso è lo spazio dedicato sul sito Inferentia dove
compare la traduzione di un testo statunitense molto diffuso e autorevole.
(2) Tali
regole non sono, infatti, esclusive della Rete riguardando, invece, tutte le
forme di comunicazione telematica anche al di fuori di Internet (es.: chat IRC,
posta elettronica su BBS, ecc.).
(3) In
realtà, il termine stesso, che considera tutta la Rete, dunque i servizi
telematici nel loro complesso (navigazione compresa), consentirebbe
l'estensione massima. Si pensi, ad esempio, alle regole riguardanti il
contenuto dei siti, l'obbligo di garantire la sicurezza di transazioni
commerciali (e-commerce) mediante server sicuri, l'accesso a banche dati via
telnet, ecc. A prescindere dal fatto che la Netiquette applicata al web
riguarda, semmai, l'attività dei webmaster, la stessa ha, però,
tradizionalmente regolato la posta elettronica, i NG (newsgroup) e le chat ed a
questa convenzione si ritiene di dover aderire.
(4) Le
mailing list e i NG prevedono spesso un proprio regolamento (policy)
formato sulla base della netiquette generale con gli adattamenti del
caso.
(5) Off-topic
viene spesso sintetizzato in OT, chiaro acronimo.
(6) Le "macro" non sono
altro che insiemi di comandi riuniti in un solo "super-comando".
Applicazioni come MS Word ed Excel (ma, ormai, anche tutti gli altri programmi
di videoscrittura), supportano le macro (es.: Lotus-Corel Wordperfect).
Considerato che certi comandi sono assai "profondi", il rischio di
azioni distruttive sulla propria macchina è molto elevato. Di per sé, comunque,
la ricezione di un allegato di questo tipo non può generare danni. Il macro
virus si attiva soltanto se "interpretato" da un'applicazione
costretta ad eseguire una determinata routine.
Fine della trasmissione.
Un cordiale saluto a tutti!