Buonasera a tutti!
Questa mattina sul tardi con Tomoko e Camillo abbiamo fatto una scappata a Vallombrosa.
Questa mattina sul tardi con Tomoko e Camillo abbiamo fatto una scappata a Vallombrosa.
Scopo, vedere se cominciano i Dormienti e controllare un po’
lo stato della foresta dopo le vicende meteo dello scorso autunno.
Avevo progettato di andarci domani ma poi ho anticipato
perché in mattinata avrò da fare e non mi rimarrebbe tempo sufficiente.
E poi anche perché ieri sera mi ha telefonato un amico per dirmi
che aveva fatto un’escursione nel tratto tra Vallombrosa e il Passo della
Consuma e ne aveva trovati due, uno maturo e uno giovane.
Così alle 10 abbiamo parcheggiato in zona Vignale e siamo scesi nel bosco in direzione di Pian di Melosa.
Abbiamo fatto il giro che faccio di solito ma non siamo
riusciti a vedere niente.
Unico fungo incontrato, un esemplare di Sarcoscypha
coccinea.
Un tempo, quarant’anni fa quando cominciai a cercare
Dormienti, era un fungo abbastanza comune, insieme a Flammulina velutipes e
Hypholoma fasciculare.
Adesso i primi due sono scomparsi e il terzo lo si vede nel
resto della stagione (estate/autunno) ma raramente in inverno.
E veniamo allo stato dell’abetina.
Per quello che abbiamo potuto vedere sono cadute parecchie
piante, in buona parte secche che erano rimaste in piedi, ma anche sane che non
hanno resistito alla furia del vento.
Soprattutto dove l’abetina non era compatta perché c’erano
delle radure e anche sui margini di dove era stato tagliato.
Il terreno è sconvolto per il sommovimento causato dallo
sradicamento degli abeti che sono caduti in grande quantità (ma non come
temevo, almeno lì), aprendo voragini e accatastandosi uno sull’altro.
I pini invece hanno resistito molto meglio e ne ho visti
stroncati pochissimi, più che altro negli esemplari a due tronchi (fatto
frequentissimo nel Laricio che qui è impiantato) che hanno perso il più
debole dei due elementi strappato dalla tempesta.
Quello che fa impressione comunque è lo stato del terreno contrato
in maniera incredibile dai cinghiali e letteralmente ricoperto di rametti verdi
di abete strappati dal fortunale.
Tra alberi caduti e scavi pompeiani da animali in cerca di
non si sa che cosa non c’è più un solo metro quadrato in condizioni accettabili.
Un brutto danno che però secondo me non è irreparabile,
almeno spero.
Si tratta solo di aver pazienza un anno o due per dar tempo
all’ambiente di trovare un nuovo equilibrio, a meno che non si ripetano altri fatti
devastanti.
Ma si spera di no, uno basta e avanza.
Anche perché questo fatto di per sé impressionante e dannoso
potrebbe nel prosieguo dimostrarsi positivo, nel senso che dove in terra c’è
parecchio legname fresco i Porcini e i Dormienti sembrano trovare un ambiente molto adatto (parlo per esperienza personale).
Probabilmente anche per l’apertura di varchi all’entrata
della luce.
Quindi, se ci sono ancora piante simbionti e ci sono, tra un
paio di anni la situazione potrebbe migliorare parecchio o addirittura diventare assai favorevole.
Così penserei e spero proprio di non sbagliarmi.
Ciò detto, torno a bomba e confermo che oggi sono andato e
niente ho trovato (fa anche rima).
Conto di tornare a controllare tra una decina di giorni.
Nel frattempo posto un po' delle foto scattate oggi:
Sarcoscypha coccinea |
Abeti caduti e in procinto di cadere. |
Qui siamo in un tratto dove già erano seccate e cadute parecchie piante. |
Panoramica col sole che rompe. |
Terreno sovesciato dai suini (la chiamano Riserva Biogenetica!). |
La sagra continua. |
Abeti caduti, vecchi e nuovi. |
Qui c'è stato parecchio danno. |
Rametti verdi di abete strappati dalla tempesta. |
Ore 12. Il Valdarno visto (si fa per dire) dal belvedere del Saltino. |
Oggi la nebbia non è mai andata via. |
Chiudo con un
Cordiale saluto a tutti!