sabato 30 luglio 2011

29/7/2011 - Tutto secco.


Buongiorno!

Dopo una settimana di nuvole, ventaccio e freddo, ma senza pioggia, qualche giorno fa sono tornato a fare una passeggiata nel parco vicino.
E, come logico, ho trovato un secco che piu' secco non si puo'.
D'altronde il terreno vulcanico e' talmente fine e leggero che perde l'umidita' con la velocita' della folgore.
Cosi' non sono riuscito a vedere nessuno dei funghi che conosco.
Gli unici sono stati una famiglia numerosissima di agarici tutti screpolati per il secco, sotto abeti, sicuramente delle Psalliota, e un'Amanita che non sono stato capace di trovare consultando la scarsissima letteratura locale.
Qui non fanno altro che stampare libri sui funghi, ma sono tutti uguali. 
Le solite cento o duecento specie e delle altre migliaia che ci sono non si sa niente.
Un noto studioso di Yubari mi disse qualche anno fa che la micologia nipponica e' indietro di almeno cento anni rispetto a quella europea.

Ecco le foto delle Psalliota.








Ed ecco quelle dell'Amanita.
Notare la decorazione del gambo al di sopra dell'anello e il margine striato come nella Pantherina.
Ma il colore e' grigiastro (simile Excelsa ma non lucido) e l'anello e' assai diverso.
E poi la volva non sono riuscito a trovarla.





A questo punto il discorso e' chiuso. Anche per il prossimo futuro perche' le previsioni non danno piogge fino al 3 agosto.
Quindi, ora spero nel ritorno in patria, se piovera' come le previsioni de' Il Meteo danno per i prossimi giorni, e un po' ha gia' fatto il 24 e il 27 luglio.

Saluto tutti dal Giappone e chiudo con una serie di foto del periodo trascorso qua.

Sapporo

 
La villetta dei genitori di Tomoko nel quartiere di Kawazoe.
Vista del centro di Sapporo.
Vista sul grande viale-parco del centro, l'Odori Koen.


Vista del centro dal ristorante del 36mo piano del JR Tower Nikko Hotel.



Vista sempre sul centro, dall'Asahiyama Koen.
Sera del 29/7/2011, fuochi d'artificio lungo il fiume che attraversa la citta', il Toyohiyra-gawa.




Il laghetto del Nakajima Koen.

13/7/2011 In viaggio nel Sud di Hokkaido.

13/5/2011 Sosta a Yubari, per comprare meloni dall'agricoltore.

Nakasatsunai. Villaggio artistico, quello che si vede dietro il vetro e' il bosco fuori.
Paesaggio del famoso pittore nipponico Aihara Kyuichirou.


Obihiro. Stazione ferroviaria. Dalla camera del nostro albergo.

Si dorme nel futon.

14/7/2011 Urakawa, la cittadina della costa meridionale di Hokkaido dove abita la sorella di Tomoko.
Il porticciolo.

Quello affrescato dagli studenti locali e' lo sbarramento anti tsunami. A marzo e' servito a poco. Fortunatamente l'onda del porto e' arrivata bassa e, pur tracimando, non ha causato grande danno. Comunque tutta la popolazione ha dovuto sgomberare.
15/7/2011 Sulla via del ritorno per Sapporo, Kura Zou.

19/7/2011 Con l'amico signor Harikae.

Ancora il Moerenuma Koen.
Betulle del parco.
21/7/2011  Lago Shikotsu, Parco Nazionale Shikotsu-Toya, Centro Visitatori.
Shikotsu nella lingua degli Ainu, le antiche popolazioni di questi luoghi, significava "grande conca".
Il plastico qui sopra lo conferma.

I famosi orsi bruni.
Vista sul lago.

In battello, gita con vista dei fondali.

Comparse pagate dall'organizzazione gite?

Il fondale con la lava solidificata in forme geometriche per il contatto con l'acqua.

Sulla sfondo a destra il Fuppushi-dake, vulcano dormiente, m. 1.103.
Dietro, a sinistra, l'ultimo vulcano attivo del lago, il Tarumae-dake, m. 1.041

Eccolo qua, al teleobbiettivo, con appena un accenno di pennacchio.
Mappa dello Shikotsu-ko (ko significa "lago").

Qua tutto e' di origine vulcanica recente. Il lago, diametro 12 km., si e' formato 40.000 anni fa per una colossale eruzione ed occupa tutta la caldera del vulcano. 17.000 anni fa c'e' stata un'eruzione che ha dato origine al Fuppushi-dake, ora dormiente, e 9.000 anni fa un'altra, sul lato opposto del lago, che ha formato l'Eniwa-dake, m. 1.320, anch'esso dormiente. La faglia da cui trae origine l'attivita' eruttiva attraversa tutto il lago con una linea che congiunge i vari vulcani.

Sulla strada litoranea fervono i lavori in preparazione dell'inverno, quando arrivera' la neve.

Ancora nel Parco Nazionale Shikotsu-Toya

28/7/2011 Showashin-zan, m. 398. Un grumo di lava solidificata partorito da un campo di grano tra il 1943 e il 1945.

Lago Toya (Toya-ko). Storia del lago, gigantesca caldera di un'apocalittica eruzione verificatasi 110.000 anni fa.

Tra la collina davanti e le due punte sovrastanti c'e' la principale bocca eruttiva dell'Usu-zan, m. 733.  Le foto sono scattate dalla cittadina di Toya distante poche centinaia di metri dal vulcano e che nel corso degli anni ha subito notevoli danni dalla sua attivita'. Di recente ci sono state due eruzioni di notevoli proporzioni. Una nel 1977 che ricordo fu fatta vedere abbondantemente alla tv italiana e una nel marzo 2000. In una di esse se ne ando' la fabbrica di dolciumi preferita dal padre di Tomoko .


 
Il Lago Toya.

Centro Visitatori del Lago Toya. Alle mie spalle i funghi e il loro ciclo.

Ancora nelle vicinanze del Lago Toya. Il vulcano Yotei-san (m. 1.898) avvolto da foschie nel tramonto.




Nei parchi di Sapporo

Makomanai Koen


Stadio dei giochi olimpici del 1972.




Lassu' c'era la fiamma olimpica. E qui trovai 7 o 8 anni fa i primi Boletus edulis.

Proprio qui, sotto queste betulle.


                
Tronchi di Abies sachalinensis.


Abete rosso.
Fronde di Aesculus turbinata.

Comodita' impensabili per noi in Italia.
Bagni pubblici, pulitissimi e gratuiti, dappertutto.




E poi i soliti abitanti dei parchi.

Corvi che prendono il sole.
Una cosa c'e' da dire. Grazie a loro, qui a Sapporo, i piccioni sono quasi del tutto assenti. Se ne vedono pochissimi.

Sempre sul chi vive.

O in agguato.

C'hanno un becco!

E scoiattoli.




Asahiyama Koen

Con il nipotino Ryoto-kun.


Cani al guinzaglio.
Vedute su Sapporo.


Vietato far bagnare i cani con i bambini.


Un po' di Giappone

Grande popolo e grandi persone.
Gentilissime, ordinate, con un grande rispetto per il prossimo.
Spiccata socialita' con una rete fittissima di rapporti interpersonali.
Con una serie ininterrotta di inchini e "arigatou gozaimasu" (grazie infinite) a non finire, appunto. Fra tutti, amici, clienti, commessi di negozio, sempre. 
Nessuno fa l'italiano e cerca di passare avanti nelle file o di fare comunque il furbo.
Ognuno sa qual e' il suo posto e ci sta senza problemi.
Persone molto attente, curiose delle novita' e che non hanno timore di cimentarsi in nuove discipline.
Tutti sanno fare un po' di tutto, massaggi, origami, ikebana e lavori manuali (falegnameria, cucito, etc.) che vengono insegnati agli studenti (maschi e femmine) fin dalle elementari.
Insieme a diversi sport, tipo sci, tennis, baseball e altri.
Oltre all'insegnamento della musica.
Naturalmente, a diecimila chilometri da noi e per lunghissimo tempo confinati in un arcipelago, i giapponesi hanno sviluppato altri costumi e tutta un'altra filosofia.
In generale direi che fanno tutto esattamente all'inverso di noi, dal contare sulle dita, alla guida e ai comandi degli autoveicoli.
Pero' lo fanno bene e con intelligenza, il che non e' poco, viste le nostre performance.
Qualche notizia.

Negozi, vendite al dettaglio e lavoro.

Non esistono negozi di alimentari.
Ci sono invece delle specie di drug store all'americana in cui si comprano soprattutto prodotti per l'igiene personale e medicinali da banco.
Per il resto, con l'eccezione dei prodotti elettronici e informatici per cui esistono delle grandi catene di negozi, tutto si compra nei grandi magazzini e nei supermercati, a meno che per gli alimentari non si voglia andare la mattina presto ai mercati generali.
Piu' o meno gli orari della grande distribuzione sono simili a quelli italiani ma con la tendenza ad aprire piu' tardi (9-10 del mattino).
Pero' l'apertura e' per 360 giorni circa l'anno in quanto vengono rispettate pochissime delle numerose festivita' che costellano il calendario giapponese.
Difatti in questo Paese di feste ce ne sono tante, a partire dalla Settimana d'oro, agli inizi di maggio, alla rimembranza dei morti (obon) che impegna tre giorni subito prima di Ferragosto.
Niente di piu' falso quindi della nostra credenza che i giapponesi lavorino senza smettere mai.
Tutto il contrario, e gli piace pure fare bisboccia.
Tornando agli orari di apertura, al di fuori della grande distribuzione esiste tutta una serie di piccoli supermercati diffusissimi su tutto il territorio con migliaia di negozi (diverse catene: 7Eleven, Lawson, Seicomart e altre) anche questi aperti sempre, 24 ore al giorno.
Quindi, nel caso manchi qualcosa (soprattutto gli alimentari e articoli da toilette), tranne pochissimi giorni all'anno e' possibile trovarla a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Una comodita' non da poco.
Ragion per cui i giapponesi si meravigliano grandemente quando vengono in Italia e vedono la gente che esce dai supermercati con delle carrellate di roba da far paura.
Per loro e' piu' naturale andare a comprare qualcosa quando gli manca, tanto sono certi di trovarla sempre.
Magari stanno attenti alle offerte e alle raccolte punti, come noi, ma per il resto non fanno grandi approvvigionamenti.
Poi, a parte ma collegati spesso con i supermercati anche come orario, ci sono i cosiddetti 100 yen shop.
Dove si compra di tutto, dai casalinghi, agli articoli per ufficio, ad alcuni tipi di alimentari (piu' che altro caramelle, biscotti dolci o salati e bibite), agli articoli per l'igiene personale, agli occhiali, alle pile a 105 yen (100 + la tassa governativa del 5%; poco meno di 1 euro).
In genere materiale di produzione cinese, ma anche di altri paesi orientali, Giappone incluso.
Materiale buono c'e' da dire.

Costo della vita

Mia moglie dice che non e' vero ma secondo me qua la vita e' piu' cara che da noi.
Anche perche' i giapponesi, nonostante la deflazione e ora il disastro di Fukushima, continuano a mantenere un livello di vita ben superiore al nostro.
Il vestiario costa normalmente di piu'.
Pero' si possono trovare alle svendite, che sono continue e a rotazione, articoli di abbigliamento a prezzi molto inferiori a quelli italiani. Talvolta irrisori.
Attenzione, non parlo della grande moda ma del vestiario di uso corrente.
Il discorso diventa ben piu' pesante per gli alimentari.
In genere direi che carne e pesce (molto piu' consumato quest'ultimo) costano quanto in Italia.
Con punte verso l'alto forse maggiori delle nostre ma anche con offerte (la sera dopo le 18 il pesce non puo' piu' essere considerato fresco per sushi e sashimi e anche la carne perde valore) sensibilmente inferiori.
La tragedia arriva quando si parla di frutta e di verdura.
L'ira Dio!
Ciliege a 25-30 euro al chilo, angurie di 6-7 chili max. (di piu' grandi come da noi non se ne vedono) che costano 30-35 euro, meloni a 10-15 euro l'uno.
Tutto cosi'.
Tenendo presente che qui c'e' l'usanza di regalare spesso, per le ricorrenze e in estate, oltre alla birra (anch'essa carissima) e al pesce, frutta e verdura agli amici e anche al capo ufficio (i carrieristi non esistono solo in Italia).
Per cui se non si sta attenti si puo' mandare fuori controllo la spesa.
Specie per gente come me, che e' abituata a comprare in Valdarno al mercato del sabato 3 meloni per 2 euro. O gli zucchini per 1 euro al chilo, mentre qui te ne danno uno (di zucchini).


1 mango (bello grosso, pero'!) 1.980 yen (quasi 18 euro).
Una costola di sedano, il prezzo non si vede ma e' di 120 yen (1 euro abbondante).
5 meloni, quelli di Yubari comprati dal contadino, 7.000 yen (60 euro).
Mezzo chilo di ciliege 1.580 yen (27 euro al chilo).
1 bella pesca 3 euro e mezzo.
Anguria grande 35 euro, media 26.
Anguria da "famiglia", una misura giusta, 22 euro circa.
Se poi volete un'anguria di soli 150 grammi...(coltivata da un parente).
1 kiwi (pronuncia kiu-i) 86 centesimi di euro.


Ristorazione

E' senz'altro la tipologia di locali piu' diffusa.
Le citta' sono piene di alberghi, ristoranti, trattorie e locande.
Nei locali tradizionali per me e' sempre stato difficile sedermi.
Non riesco a stare accovacciato per ore come fanno i giapponesi.
Comunque la maggior parte ormai e' arredata all'occidentale ed anche quelli piu' tradizionali cominciano ad avere sale con tavoli e sedie.
Con le bacchette me la cavo bene.
Pero' anche questo per chi non e' abituato non e' un problema.
Appena vedono che sei uno straniero ti portano coltello e forchetta, se gia' non sono sul tavolo.
E, in ogni caso, non oltre trenta secondi da che sei seduto arrivano con un bel bicchierone d'acqua gelata (estate o inverno che sia) magari con tanti cubetti di ghiaccio dentro. Prontissimi a riempirtelo di nuovo non appena vedono che l'hai vuotato, il bicchierone.
Mangiare, soprattutto a pranzo quando fanno un prezzo ridotto per chi lavora, costa abbastanza poco.
Diciamo che si puo' fare un buon pranzo con 6-10 euro (800-1.100 yen).
Addirittura tre giorni fa ho fatto un pasto completo per 420 yen (neanche 4 euro).
Certo il cibo e' del tutto diverso del nostro.
Zuppa, riso cotto, piatto di carne o pesce con contorno di verdurine e salse varie (soia e wasabi in testa), soba calda o fredda.
Curiosa l'attitudine dei giapponesi a mangiare cibi scivolosi, tipo soia fermentata, tofu (formaggio di soia), riso glutinoso, patate scivolose (le chiamano cosi' ma non sono patate), alghe, quando le verdure e gli ortaggi lessati in pratica li mangiano crudi, appena scottati.
Forse per non sciuparli troppo, dato quello che costano.
Comunque, una volta fatta la bocca, si mangia discretamente.
Di solito non esistono coperto ne' servizio.
E l'acqua e il te' sono gratis.
Sono diffusi anche i locali "viking", dove con una cifra variabile da 1.000-1.200 yen (9-10 euro) a 2.000-2.500 yen (16-22 euro) si mangia a buffet tutto quello che si vuole senza limiti di quantita'.
Primi, pietanze e dolci, te' e caffe' compresi.
Di solito il tempo concesso varia tra i 90 minuti e le 2 ore.
In alcuni casi con un piccolo sovrapprezzo, in genere 500 yen (4 euro poco piu') si possono bere a volonta' birra o vino.
Che normalmente sono carissimi.
Attenti pero' a non guidare.
Non e' come da noi.
Qui non e' ammessa nessuna quantita' di alcool.
Neanche la piu' piccola.
Quando si va a cena fuori, se si beve, c'e' sempre un membro della famiglia o un amico che si sacrifica e beve solo acqua o uron-cha (il te' uron).
Se si sgarra sono guai grossi.


Costumi

Ormai il Giappone e' un Paese modernissimo e quindi i costumi tradizionali sopravvivono solo in certe occasioni e ricorrenze.
Pero' e' ancora possibile vedere per le strade o ai ricevimenti uomini e donne vestiti con i kimono.
O durante l'estate uomini bardati in jin-bei (casacca e pantaloni corti di cotone).
Comunque in generale qua sono molto piu' disinvolti di noi per quanto concerne il vestirsi casual.
Molti giapponesi sono di pelle un po' scura, sul giallo-bruno-grigiastro e tutti vorrebbero essere di pelle bianca!
Il contrario di noi che cerchiamo disperatamente l'abbronzatura.
Quindi capita spessissimo di vedere uomini ma soprattutto donne che camminano con l'ombrello aperto (non solo per la pioggia o il sole, ma proprio per non prendere la tintarella).
Le donne spesso indossano guanti lunghissimi neri che coprono tutto il braccio e lasciano fuori solo le dita. E calze nere o colorate a tutta gamba.
Si vede gente abbottonatissima (forse anche per sudare) con temperature alte, occhialoni neri e cappelli a larghe tese abbassati fin sugli occhi.
Una specie di extraterrestri!
Tutto per riparare la pelle dal sole.
I giovani tendono a copiare i costumi occidentali, anche se spesso con accozzamento di abiti che a noi parrebbe eccentrico per colori e foggia.
Molte ragazze giovani poi camminano con gonnellini o calzoncini ridottissimi che lasciano scoperte del tutto le gambe.
Non pero' le studentesse che viaggiano vestite sobriamente, come anche gli studenti.
Indossano tutti vestiario standard a due colori, solitamente bianco e blu.
Inoltre i giapponesi hanno tutti, con poche eccezioni dovute all'unione con individui di razza bianca, dei bei capelli nerissimi.
E i giovani, per assomigliare a noi occidentali, se li fanno tingere color biondo o castano-fulvo.
Con risultati, a mio giudizio, veramente negativi.
Sono cosi' belli i loro capelli neri!

Sistema sanitario

Non esiste un servizio sanitario pubblico come da noi e non c'e' medico di base.
Quando non ci si sente bene si va a farsi vedere all'ospedale.
Oltre alle enormi cittadelle ospedaliere come da noi, esistono molte strutture piu' piccole, diffuse un po' in tutti i quartieri, magari differenziate per specializzazione.
Si sceglie quella che si ritiene piu' adatta o che ci resta piu' comoda e ci si va.
Senza bisogno di appuntamenti (magari a 8 o 12 mesi come in Italia) o altro.
Ti visitano (subito) e ti prescrivono i farmaci, che ritiri da loro.
Al di fuori si trovano solo i medicinali da banco, nei drug store come ho detto sopra.
Naturalmente ognuno ha la sua assicurazione (a pagamento) che gli garantisce la coperture delle spese sanitarie per circa il 70-90%, a seconda delle varie professioni o dei periodi in cui e' scattata la pensione, mentre il resto rimane a suo carico.
Un po' come il nostro ticket ma piu' costoso perche' se malauguratamente occorre fare un intervento chirurgico la quota da pagare puo' essere molto consistente per cui chi ne ha la possibilita' sottoscrive una polizza assicurativa a parte. 


Sistema dei trasporti

Molto diffuso ed efficiente.
Pero' molto piu' caro che da noi, sia per autobus, treni e autostrade.
La benzina costa sensibilmente meno (circa il 15%, ma qualche anno fa lo scarto era ben maggiore).
Due osservazioni:
1 - Treni. Sono di una puntualita' allucinante.
Alla fine dell'anno puo' anche accadere che i responsabili delle JR (Japan Railways) appaiano in tv per chiedere scusa alla Nazione essendo stato registrato sull'intera rete nazionale (le JR appunto) un ritardo medio di una manciata di secondi.
Proprio come da noi, dove la puntualita' e' un optional tra guasti e scioperi.
Non solo, ci sono vagoni di due tipi, con contrassegni verdi e rossi, in quanto aventi lunghezze e caratteristiche diverse.
Sulle banchine delle stazioni sono segnati i punti di salita nei vagoni, differenziati per i due colori e con dei rilievi Braille per i ciechi.
Se hai la disgrazia di esserlo, speriamo di no, all'ora stabilita, anche se sei sordo (sempre peggio) e neanche c'e' qualcuno a farti capire che il convoglio e' arrivato, fai comunque un passo avanti ed entri nel vagone del tuo treno.
In Italia invece, caschi sul binario vuoto e, mentre ti rialzi passa il treno (quello in ritardo di due ore proveniente dal senso opposto) che ti macina.
2 - Autostrade. Ho visto costruire da un anno all'altro dei tratti autostradali lunghissimi.
Proprio come sull'A1, alla Certosa di Firenze, dove stanno traforando da piu' di un lustro e non si sa se quando finiranno avremo la fortuna di esserci ancora.
Per non parlare della Salerno-Reggio Calabria.

Circolazione stradale

Tutto al contrario di noi, circolazione a sinistra e posto di guida a destra.
Con tutti i comandi dell'auto invertiti.
Cosi' credi di azionare la freccia e invece parte il tergicristallo.
Le automobili hanno tutte il cambio automatico, in pratica quello manuale non esiste.
Dicono che i guidatori di Hokkaido siano i piu' pericolosi, perche' guidano troppo veloci.
Da noi li scambierebbero per delle tartarughe.
Comunque, se si fa un incidente anche piccolo come un graffio sul parafango, si va obbligatoriamente tutti al piu' vicino posto di polizia.
Non si puo' sistemare la cosa tra guidatori.
La corsia di sorpasso sarebbe quella di destra ma non e' che la cosa venga poi osservata troppo.
Se si va piu' veloci si passa di qua o di la' e via.
Qui in Hokkaido sono fortunati perche', essendo stati i centri urbani progettati da tecnici americani alla fine del 1800, le strade sono larghissime e disposte con il sistema delle ordinate e delle ascisse.
E la circolazione ne trae grande vantaggio.
I semafori hanno durata eterna, molto piu' lunghi dei nostri come tempi.
Se una macchina ha la precedenza (ce l'ha chi viene da sinistra) gliela si da', anche se e' a duecento metri.
Non parliamo poi dei pedoni che si aspetta abbiano attraversato anche se loro non hanno ancora deciso se farlo o meno.
I ciclisti invece sono la cosa piu' pericolosa perche' da quello che capisco hanno carta libera.
Sbucano da tutte le parti, non rispettano nessuna regola della circolazione e non sai mai cosa possa succedere. Come da noi del resto.
D'inverno a Sapporo c'e' tanta neve (ne fa anche 5 o 6 metri in totale, non per niente ci organizzarono i giochi invernali olimpici del 1972) ma qui niente si blocca.
Tutti montano gomme da neve, molte sono le auto 4x4 e tutto fila liscio come l'olio.
Gli spazzaneve sono numerosissimi e sempre in azione.
Le case poi sono munite di pozzi con acqua riscaldata per gettare la neve che si spala (in continuazione, perche' nevica spessissimo) davanti all'ingresso o si ha cura di far cadere dal tetto per evitare danni dovuti al peso eccessivo.
Come detto, assolutamente vietati gli alcolici, in qualsiasi misura, per chi si mette alla guida.

Rifiuti urbani

Qui a Sapporo i rifiuti vengono inceneriti.
Ci sono degli impianti colossali e tutto fila liscio.
Non come a Napoli che riescono a perpetuare questo problema da un ventennio.
La raccolta e' rigorosamemte differenziata e tutti la rispettano, da perfetti giapponesi.
Non esistono cassonetti (e del resto neanche cestini dei rifiuti per le strade; quindi ognuno si porta a casa i suoi o, naturalmente, li lascia nei locali pubblici dove ha consumato).
Ci sono invece per quelli di casa, dei punti lungo la strada dove ognuno in certi giorni della settimana deve portare al mattino presto quelli del tipo previsto dal piano di raccolta.
C'e' una rete pesantissima, la si alza e ci si mettono i sacchetti sotto.
La rete soprattutto c'e' perche' questo e' il regno dei corvi che altrimenti farebbero un macello spandendo ogni cosa per la strada.
Naturalmente nelle strade non e' dato di vedere in terra neanche una cicca di sigaretta.
Proprio come da noi!
Dimenticavo.
Per chi afferma che l'incenerimento inquina e distrugge l'ambiente.
Qui i parchi cittadini per non parlare delle foreste sono pieni di predatori.
Il che significa che la catena alimentare e' integra e non ha subito danni.
In aria, a parte i corvi, che sono anch'essi dei predatori, c'e' sempre un gran numero di falchi e per la notte addirittura ci sono i cartelli con sopra la figurina di una volpe.
Attenti a non investirle perche' ce ne sono tante.
E infatti te le trovi davanti nel buio e devi frenare.
E poi ci sono tantissimi orsi.
Quindi tutto questo inquinamento da diossine varie, o non c'e' e allora e' una bufala l'asserita pericolosita' dei termovalorizzatori, o non e ' poi cosi' esiziale come ci raccontano a casa nostra.


Servizi igienici

Diffusissimi, pulitissimi, dotati di tutto, gratuiti e anche belli, perche' no!
Ad ogni piano dei grandi magazzini, nei locali pubblici, nei parchi cittadini.
Addirittura anche lungo le piste forestali, anche se piu' sobri.
Sempre puliti e in ordine, anche perche' la gente non sciupa e non sporca.
Non come in Italia, dove per entrare nel bagno di un locale pubblico o di una stazione ferroviaria occorre essere muniti di uno scafandro contro la guerra chimico-batteriologica. Dopo aver pagato o preso una consumazione che non ti andava, s'intende.
Qui si puo' entrare e andare tranquillamente in bagno senza che nessuno ti dica nulla.

Nelle case
In casa si entra senza le scarpe che si lasciano nell'ingresso, rigorosamente diviso dall'abitazione con uno scalino bello alto.
Questo vale anche per ospedali, cliniche, terme e i ristoranti tradizionali.
Quando si va a fare visita a parenti e amici e' tutto un togliersi e mettere le scarpe.
Per cui si preferiscono quelle senza lacci o con il velcro.
Quelle allacciate molti le sfilano senza sciogliere le stringhe (negli ingressi ci sono sempre i calzanti lunghi da utilizzare per rimettersele).
Nel bagno son piazzate di solito delle ciabatte da utilizzare solo li'.
Si lasciano fuori le nostre e si infilano quelle. E viceversa!
Dove c'e' l'impiantito con il tatami, la stuoia di paglia intrecciata, si entra a piedi nudi per non sciupare.
I bagni hanno le seggette, costosissime, riscaldate elettricamente per l'inverno e automatiche.
Per chiuderle, le abbassi di un centimetro e quelle scendono lentamente da sole, senza far rumore.
In ogni casa c'e' sempre l'altarino degli antenati dove tutti i giorni si mettono riso, acqua e piccole cose.
E si bruciano essenze profumate.
Perche' il ricordo non deve morire.

Terme e massaggi

Ho lasciato per ultimo questo argomento perche' i giapponesi ci vanno pazzi.
Ed io un po' non lo capisco.
D'accordo si' che in inverno fa comodo entrare nell'acqua bollente e darsi una bella scaldata.
Ma andarci d'estate un giorno due o tre volte la settimana mi sembra eccessivo.
E invece anche a me tocca andarci per non litigare in famiglia.
Qui c'e' una grandissima densita' di sorgenti calde e solforose, perche' il Giappone in pratica e' una crosta di terreno appoggiata su un immenso mare di magma incandescente.
Conseguenza di tutto cio' e' l'affiorare da tutte le parti di acque caldissime, ricche di sali minerali di ogni tipo.
Nella sola Sapporo sono decine gli stabilimenti termali, spessissimo installati nei seminterrati dei grandi alberghi.
E tantissime sorgenti non vengono neanche utilizzate.
I giapponesi, come ho detto, ne approfittano in larghissima misura.
Forse anche perche' qui l'ingresso costa assai meno di quanto accade da noi.
Un biglietto puo' costare da 6-700 a 2.000 yen (5-17 euro), a seconda della classe della onsen (il nome nipponico, corrispondente ai nostri terme e spa) e del periodo.
E comunque si possono fare abbonamenti a prezzi molto ridotti o usufruire di vendite speciali di biglietti utilizzabili a lunga scadenza.
Cosi' casalinghe, impiegati e operai appena possono si riversano completamente nudi (ma separati per sessi; fino a pochi decenni fa invece i bagni erano comuni) nelle vasche ricolme di acque fumanti.
Poi si fanno toilette o la barba accovacciati su sgabelli piazzati in serie davanti ad altrettanti specchi affiancati da doccetta con acqua calda e fredda.
Anche in pieno inverno, il che e' particolarmente piacevole, lo riconosco.
Perche' qui, a Sapporo, fa un bel freddo.
Inoltre molti ne approfittano per farsi fare dei massaggi.
Famoso e' lo shiatsu.
Per la verita' in famiglia c'e' sempre qualcuno che li sa fare, specie tra gli anziani, ma farseli fare da un professionista e' tutta un'altra cosa.

E a questo punto la smetto perche' ci sarebbe tanto altro da dire, ma altrimenti qui va a finire che qualcuno mi spara.

Comunque credo si sia capito che, anche se qualche piccola riserva comunque inevitabile in un individuo come me, il Giappone mi piace molto.


Ci risentiamo in Italia.


Ancora cordialita' vivissime!