domenica 12 gennaio 2014

Vallombrosa. Schianto dell'abetina.



Buonasera a tutti!

Questa mattina sul tardi con Tomoko e Camillo abbiamo fatto una scappata a Vallombrosa.
Scopo, vedere se cominciano i Dormienti e controllare un po’ lo stato della foresta dopo le vicende meteo dello scorso autunno.
Avevo progettato di andarci domani ma poi ho anticipato perché in mattinata avrò da fare e non mi rimarrebbe tempo sufficiente.
E poi anche perché ieri sera mi ha telefonato un amico per dirmi che aveva fatto un’escursione nel tratto tra Vallombrosa e il Passo della Consuma e ne aveva trovati due, uno maturo e uno giovane.
Così alle 10 abbiamo parcheggiato in zona Vignale e siamo scesi nel bosco in direzione di Pian di Melosa.
Abbiamo fatto il giro che faccio di solito ma non siamo riusciti a vedere niente.
Unico fungo incontrato, un esemplare di Sarcoscypha coccinea.
Un tempo, quarant’anni fa quando cominciai a cercare Dormienti, era un fungo abbastanza comune, insieme a Flammulina velutipes e Hypholoma fasciculare.
Adesso i primi due sono scomparsi e il terzo lo si vede nel resto della stagione (estate/autunno) ma raramente in inverno.
E veniamo allo stato dell’abetina.
Per quello che abbiamo potuto vedere sono cadute parecchie piante, in buona parte secche che erano rimaste in piedi, ma anche sane che non hanno resistito alla furia del vento.
Soprattutto dove l’abetina non era compatta perché c’erano delle radure e anche sui margini di dove era stato tagliato.
Il terreno è sconvolto per il sommovimento causato dallo sradicamento degli abeti che sono caduti in grande quantità (ma non come temevo, almeno lì), aprendo voragini e accatastandosi uno sull’altro.
I pini invece hanno resistito molto meglio e ne ho visti stroncati pochissimi, più che altro negli esemplari a due tronchi (fatto frequentissimo nel Laricio che qui è impiantato) che hanno perso il più debole dei due elementi strappato dalla tempesta.
Quello che fa impressione comunque è lo stato del terreno contrato in maniera incredibile dai cinghiali e letteralmente ricoperto di rametti verdi di abete strappati dal fortunale.
Tra alberi caduti e scavi pompeiani da animali in cerca di non si sa che cosa non c’è più un solo metro quadrato in condizioni accettabili.
Un brutto danno che però secondo me non è irreparabile, almeno spero.
Si tratta solo di aver pazienza un anno o due per dar tempo all’ambiente di trovare un nuovo equilibrio, a meno che non si ripetano altri fatti devastanti.
Ma si spera di no, uno basta e avanza.
Anche perché questo fatto di per sé impressionante e dannoso potrebbe nel prosieguo dimostrarsi positivo, nel senso che dove in terra c’è parecchio legname fresco i Porcini e i Dormienti sembrano trovare un ambiente molto adatto (parlo per esperienza personale).
Probabilmente anche per l’apertura di varchi all’entrata della luce.
Quindi, se ci sono ancora piante simbionti e ci sono, tra un paio di anni la situazione potrebbe migliorare parecchio o addirittura diventare assai favorevole.
Così penserei e spero proprio di non sbagliarmi.
Ciò detto, torno a bomba e confermo che oggi sono andato e niente ho trovato (fa anche rima).
Conto di tornare a controllare tra una decina di giorni.
Nel frattempo posto un po' delle foto scattate oggi: 


Sarcoscypha coccinea


Abeti caduti e in procinto di cadere.

Qui siamo in un tratto dove già erano seccate e cadute parecchie piante.

Panoramica col sole che rompe.

Terreno sovesciato dai suini (la chiamano Riserva Biogenetica!).

La sagra continua.


Abeti caduti, vecchi e nuovi.


Qui c'è stato parecchio danno.

Rametti verdi di abete strappati dalla tempesta.
 
Ore 12. Il Valdarno visto (si fa per dire) dal belvedere del Saltino.

Oggi la nebbia non è mai andata via.
Chiudo con un
Cordiale saluto a tutti!


mercoledì 8 gennaio 2014

Bambù e Ordinali.

Buongiorno!

Avanti ieri, essendo una giornata quasi primaverile, siamo tornati a vedere un po' come stavano le fungaie di Lepista nebularis che avevamo individuato qualche giorno prima in una greppata di bambù sugli argini dell'Arno.
Come detto, la giornata era gradevole e non faceva freddo da diversi giorni.
E difatti gli Ordinali erano ormai cresciuti e farciti di larve in maniera massiva.
A conferma della mitezza della stagione.
Abbiamo fatto un po' di foto della più grande delle fungaie, dell'ambiente e anche di un altro micete di cui l'altro giorno avevo fotografato un esemplare.

Lo avevo, così ad occhio, accostato a Leucopaxillus amarus/gentianeus ma ora ne dubito molto.
Ieri volevo fare qualche ricerca ma in prima mattinata mi sono beccato un bel dolore di schiena a fare un lavoro in casa e sono stato tutto il giorno immobilizzato senza possibilità di fare alcunché.
Oggi sto un po' meglio e domani, se me la sento, mi metterò un po' a compulsare testi.
Colgo l'occasione per dire a chi me lo ha chiesto che Camillo, il rompiglione, si è rimesso dal disturbo e sta proprio bene.
Quello che sta male adesso sono io, ma comunque sono in via di guarigione (grazie ai farmaci dispensati dall'SSN).
Non per niente il 13 ho un appuntamento in montagna.

Ecco le foto dell'altro giorno:












Il fungo misterioso. Sembra una Clitocybe.




Con l'occasione contraccambio di nuovo a tutti coloro che ce li hanno fatti gli auguri di un


Felice Anno Nuovo 2014!

mercoledì 1 gennaio 2014

Inizio di buon auspicio.

Buona sera e Buon Anno!


Questo pomeriggio con Tomoko e il botolo (colpito da grave disturbo gastrointestinale per essere andato truffaldinamente a rimestare nella spazzatura, come se non gli bastasse il profluvio di cibo di tutti i tipi che gli viene elargito quotidianamente) siamo andati a fare un lunga passeggiata lungo gli argini dell'Arno.
Noi per smaltire il troppo cibo ingozzato in questo scorcio di stagione, lui per riprendersi da due giorni di strizzoni con conseguente digiuno imposto dal veterinario (oltre medicinali, il tutto pagato da noi, of course, figlio d'un cane!).
Ritornando siamo passati sull'argine di una cassa di espansione e in prossimità di alcune case c'era sul greppo un lungo tratto a canne di bambù belle grosse.
In un primo tratto le avevano tagliate a un paio di metri di altezza.
Più avanti invece le avevano lasciate in pace e si era formata un grotta lunga una ventina di metri e larga 3-4 con fusti alti una dozzina, ravvicinatissimi.
Tomoko ha osservato che a primavera potremmo andarci a raccogliere il bambù nano.
Che a lei e ai giapponesi piace molto.
E pure a me.
Subito dopo, guardando giù nel buio del folto, abbiamo visto, affogate nello spesso strato (almento trenta centimetri) di foglie morte, due lunghe strisciate di Lepista nebularis belle giovani!
Una in particolare enorme con almeno un centinaio di pezzi sui dieci centimetri di diametro e anche più.
Intendiamoci, non è che in questi tempi siano un ritrovamento eccezionale.

Io quando andavo a Cimballi le trovavo spesso ed anche un mio vicino di casa di solito va a cercarle proprio in questa stagione.
Però, visto come erano andate le cose quest'anno (anzi, l'anno scorso), non mi aspettavo di incontrarle.
Comunque mi sembra un ritrovamento di buon auspicio e così lo segnalo nella speranza che presto cominci la nascita dei Dormienti (saremmo già all'inizio della loro stagione).
Per l'appunto non avevamo dietro la macchina fotografica e così ne ho prese un paio per fare delle foto a casa.
Accanto c'era anche un altro fungo che mi sembrebbe un Leucopaxillus amarus/gentianeus.
Domani, se abbiamo tempo, andiamo verso Ferrano a vedere un paio di Cimballaie che buttavano molto tardi e che sono state tra le ultime a scomparire.
Chissà che non troviamo qualche Cimballo.

Ecco le foto:






Colgo l'occasione per rispondere a Gigino che il paniere mostrato nel post di ieri non è quello incriminato.


Un cordialissimo saluto a tutti unitamente ai nostri migliori auguri per il 2014!