lunedì 29 novembre 2010

I Dormienti


Eccomi qua.

Continua a piovere senza tregua e fa pure freddo.
In questi ultimi giorni in Pratomagno ha nevicato ripetutatamente al di sopra dei 500 metri.
Un buon auspicio per chi è in attesa del Dormiente [Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bresadola], il  fungo che segna l'inizio della nuova stagione micologica e che nasce in un periodo impensabile dell'anno: l'inverno. Nelle grandi foreste di abeti e faggi, proprio laddove il freddo e la neve imperversano.
Strano fungo, sconosciuto ai più, ma molto ricercato dagli appassionati.
Ultimamente col diffondersi dei gruppi micologici è aumentato notevolmente il numero delle persone che frequentano in pieno inverno i boschi di montagna al confine tra le province di Firenze e di Arezzo nel tentativo di trovarne quanti ne basta per fare un "cotto".
La maggior parte però è destinata a rimanere a bocca asciutta.
Perché non è sufficiente guardare le foto su un libro (o in rete), farsi spiegare in quale ambiente nascono e partire con paniere e bastone in resta. 
Agli inizi se non si hanno compagni esperti che ci portano sull'"obiettivo", al massimo si può aspirare a trovarne qualcuno quando la stagione è nel pieno.
Il che di solito coincide con la seconda quindicina di marzo (da cui "Marzuolo", l'altro nome con cui questo fungo è conosciuto; il primo, "Dormiente", viene dal fatto che il fungo si sviluppa immerso nel terreno e anche quando emerge rimane nascosto in mezzo alle foglie per cui sembra "dormire").
Poi dipende tutto dalla quantità delle precipitazioni e dalle temperature.
Talvolta appare addirittura a fine novembre, ma normalmente per i primi ritrovamenti bisogna aspettare il periodo tra Natale e l'Epifania.
Va detto però che negli ultimi anni la nascita mostra una certa tendenza a ritardare (nel 2010 si è dovuta aspettare la seconda decade di febbraio).
Forse perché nevica molto meno e, anche quando lo fa, la neve si scioglie quasi subito lasciando esposto il terreno bagnato all'azione paralizzante del gelo invernale.
La stagione termina con la fine di aprile ma già dalla metà di quel mese la fruttificazione comincia a diminuire. In alto (1.200/1.500 metri, come sull'Appennino tosco-emiliano)  il periodo ritarda di una quindicina di giorni, da fine marzo a metà maggio, ma può essere fortemente influenzato dalle nevicate tardive.
Dal punto di vista della commestibilità il Dormiente è piuttosto apprezzato, anche se alcuni lo trovano un po' insipido (ma forse dipende dal fatto che il cuoco non è all'altezza, e poi de gustibus....).
Simbionte di abeti bianchi e rossi, questo fungo in Toscana è molto diffuso nella zona di Vallombrosa, dove forma oggetto di raccolta e commercio da tempi antichissimi. Altre località conosciute sono la foresta dell'Abetone e quella di Camaldoli-La Verna.
Nasce comunque anche sotto castagni, faggi, pini e querce.
Ultimamente è stato segnalato nelle zone collinari dei dintorni di Firenze e di Arezzo nonché nel Chianti, per cui si comincia a pensare che sia molto più diffuso di quanto creduto finora e non legato soltanto alle grandi abetine di montagna.
D'altronde non sono tante le persone che in inverno si avventurano nei boschi mentre il Dormiente si nasconde facilmente allo sguardo di coloro che transitano senza sospettare che lì, in quella stagione, possano nascere dei funghi.
Che magari invece ci sono. Ma, essendo dotati di un mimetismo notevole, se ne stanno rimpiattati e non si lasciano vedere.
Difatti questi funghi nascono inseriti in profondità nel terreno e, pur essendo all'inizio di colore bianco, appena si affacciano nello spesso strato di aghi e foglie morte del sottobosco diventano grigio-nerastri (sul cappello; lamelle e gambo rimangono bianchi e solo a maturazione assumono un deciso colore grigio-perla) confondendosi così con i sassi e i detriti vegetali circostanti.
Nelle stazioni di crescita conosciute, sapendo che nascono tutti gli anni negli stessi punti, in quel metro quadrato o poco più, i cercatori sono sempre a girovagare negli stessi posti. 
Risultato, di funghi ne nascono sempre meno, appena spuntano vengono presi e tutti trovano poco o niente.
Per trovarli veramente occorrono fantasia, inventiva, gambe, colpo d'occhio e memoria, tanta memoria.
Così da potersi creare dei posti propri, lontani dal solito calpestio comune.
Va anche detto che chi ha avuto la fortuna come il sottoscritto di accostarsi a questa cerca agli inizi degli anni '70, quando la concorrenza era molto minore, ha potuto compiere osservazioni e acquisire conoscenze che ora lo avvantaggiano molto.
La cerca è divertentissima, direi affascinante. Per l'ambiente in cui si svolge e che sembra fuori dal tempo.
Tra i tronchi degli abeti che, simili a colonne, si perdono in mezzo alle brume invernali.
Con pochissimi rumori  o versi di animali, spesso mentre piove o nevischia. 
Straordinaria dopo una grande nevicata, quando il manto bianco in fusione lascia trasparire i funghi usciti dal terreno grazie all'isolamento termico fornito dalla massa nevosa.
Mentre le fronde degli abeti  ti sgrondano nel colletto della giacca, il sole (se c'è)  ti acceca facendo brillare tutto e tu devi stare attento a dove metti i piedi, altrimenti va a finire che li pesti. Un'esperienza incredibile!
I carpofori (quelli che chiamiamo funghi) possono raggiungere dimensioni medie (10/13 cm. di diametro). Piuttosto carnosi, nascono in famiglie talvolta numerose (anche 30 e più individui).
Sono molto delicati ed occorre scalzarli dal terreno con un bastone appuntito. Facendo ben attenzione a non infilzarli perché si frantumano facilmente diventando del tutto inutilizzabili. La stessa cosa che accade se si tenta di coglierli con le mani.
Inoltre, nascendo in un substrato molto umido (se il terreno si secca spariscono velocemente e comunque diventano gessosi e ancor più fragili), sono quasi sempre molto sporchi di terriccio e aghi per cui risultano assai difficoltosi da pulire.
Gli abitanti del bosco (roditori e ungulati, ma anche le lumache) ne sono ghiotti e spesso il biancore della carne di qualche esemplare smangiucchiato ne fa scoprire degli altri che altrimenti sarebbero rimasti nascosti.
Penso di aver detto più o meno tutto. Forse anche troppo, per la pazienza di molti.

Un po' di foto con qualche commento. 
                                                          
   Vallombrosa 

18/2/2010
Ecco il primo! 

Eravamo già venuti un paio di volte a  vedere:
3/1/2010  terreno gelato 
1/2/2010  neve e ghiaccio
E nel mezzo sempre neve, ghiaccio e freddo.
1/2/2010
                                                                                                   
Ora però che la stagione avanza, la temperatura si è addolcita e comincia ad essercene qualcuno.
Anche belloccio.
Peccato che ormai siano in ritardo di quasi due mesi.
Ben nascosti.

Appena affacciati tra le foglie morte. 
E parecchio terrosi.
Una vera delizia pulirli.
Nel paniere diventa tutto un impasto e farlo nel bosco è impossibile. Anche se si dovrebbe, secondo la legge.
Se ci provi, dopo un paio di volte hai le mani tutte terrose e i funghi invece di pulirli li sporchi ancora di più.








 

21/2/2010

Ancora sullo scarso.
25/2/2010
 
Comincia ad essercene qualcuno in più.
Una bella famiglia nascosta sotto gli aghi di abete.


Uno
                                                    due
                                                
tre
                                  

                                            3/3/2010
Sarebbero anche discreti ma il 9 del mese arriva la neve fin quasi in pianura e ci starà parecchi giorni.
18/3/2010

In alto è ancora tutto sotto la neve ma in basso in alcuni punti il terreno comincia a essere libero.
E allo scoperto c'è qualche bel Dormiente.
Prima
                                              e dopo.
Conoscendo le fungaie se ne può trovare anche qualcuno sotto la neve che si sta sciogliendo.


Uno

 
                                                     due
tre














Uno/due              1                                              
 21/3/2010                                                         
23/3/2010

Cominciano a nascere sul serio. 


Uno
due
 tre


Tutti aggrovigliati sotto terra.
Prima.

Scoperti un po' con il bastone













e dopo.

1/2



Non male.
26/3/2010
1/2


31/3/2010

Siamo nel pieno della nascita e spuntano da tutte le parti.

Anche nei pini.

Uno

due
tre
Un bel paniere.
Sarebbe il momento di cominciare ad andare verso l'Abetone dove, essendo più alto, la nascita dovrebbe iniziare ora.
Però da diversi anni lascio perdere perché ho anche troppo da fare qua.
  
Sono già cominciati Prugnoli e Asparagi di bosco (cerco anche quelli).

E stanno anche cominciando Spugnole e Pioppini.

Quindi, non ho tempo.




13/4/4010

Mi accontento di qui, vicino a casa.

 
C'è ancora una bella nascita.


16/4/2010

Qui siamo tra Vallombrosa e il Passo della Consuma (1.000 metri), in ambiente di faggio e abete bianco.


Presenti anche il pino laricio e il cerro.

Esemplare maturo, con le lamelle color grigio-perla.
Un'altra bella panierata.

Un esemplare giovane luccica dopo la pulitura.
21/4/2010 

Altri esemplari giovani.
27/4/2010

Ultimamente ha piovuto meno e il terreno comincia ad asciugarsi.
La cuticola del cappello dei Dormienti prende un aspetto metallico, quasi argenteo. 




28/4/2010

Escursione verso l'alto, tra abete e faggio (1.100 metri).
Giornata magica.
I Dormienti sono da tutte le parti!








Si sfiorano i 10 chili!
















9/5/2010

Però è il canto del cigno.

La stagione è troppo avanzata, il terreno ha cambiato consistenza e i Dormienti salutano.

Ritornato oggi, non c'è quasi più niente.
Solo qualche rottame.






La prossima volta Prugnoli e Spugnole.

Arrivederci!